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Arriva la birra delle carceri di Milano, si chiamerà "Malnatt" e sarà prodotta dai detenuti

Previsti tre tipi, corrispondenti a San Vittore, Opera e Bollate

Malnatt, cioè "nato male" in dialetto milanese. Ma anche il nome di un progetto (tutto meneghino) che porterà riscatto e lavoro nelle carceri attraverso la produzione di birra artigianale, grazie a un accordo a cui hanno partecipato gli istituti penitenziari di Bollate, Opera e San Vittore, il provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria e il Comune di Milano, ma anche imprenditori ed esercenti dell'area milanese.

Le birre Malnatt saranno prodotte presso un'azienda agricola del Parco del Ticino. L'obiettivo è dulice: da un lato inserire nel processo produttivo almeno dieci detenuti o ex detenuti, dall'altro generare risorse economiche che gli istituti di pena potranno destinare ad attività di recupero dei detenuti e di formazione per la polizia penitenziaria. Vendendo mille ettolitri di birra si potranno finanziare progetti per 20 mila euro all'anno.

E tre birre specifiche prendono proprio il nome delle carceri milanesi. Malnatt San Vittore è una birra chiara di malto d'orzo, Malnatt Bollate è una birra di frumento, Malnatt Opera è una birra rossa.

«Un progetto tipicamente milanese sin dal nome, che  coniuga alcuni dei tratti distintivi della nostra città come l’attenzione alla ricerca della qualità attraverso l’uso di materie prime a filiera corta e la capacità di saper ntuire le tendenze del mercato, rappresentate dall’attenzione alle birre artigianali. Infine una peculiarità tutta meneghina, fare del lavoro la più importante occasione di riscatto e di attenzione verso gli altri», è il commento di Cristina Tajani, assessore comunale alle attività produttive, che ha presentato il progetto a Palazzo Marino.

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