Boris Godunov alla Scala, Meyer: "Non è propaganda, abbiamo fatto tanto per l'Ucraina"
Presentata ufficialmente l'opera di Musorgskij. Meyer stempera le polemiche: "Abbiamo deciso tre anni fa, poi è arrivata la guerra. Per l'Ucraina abbiamo raccolto 400mila euro e ospitato le allieve di danza di Kyiv"
La decisione di aprire la stagione 2022/2023 del Teatro alla Scala con un'opera russa, 'Boris Godunov' di Modest Musorgskij (nella sua prima versione, presentata ai Teatri Imperiali di San Pietroburgo nel 1869), è stata assunta tre anni fa. Lo ha ribadito il sovrintendente scaligero Dominique Meyer durante la conferenza stampa di presentazione dell'opera con cui, il 7 dicembre 2022, si aprirà la stagine del Piermarini. Tre anni fa e, dunque, molto prima della guerra. Il sovrintendente ha provato così a stemperare le polemiche delle ultime settimane, nelle quali è intervenuto anche il console ucraino a Milano per chiedere un ripensamento alla luce, appunto, della guerra in corso. Ma, naturalmente, anche se lo si volesse, sarebbe impossibile cancellare dal cartellone un'opera: con le scene, i costumi e la scrittura degli artisti si è iniziati a lavorare anni addietro.
Prima diffusa in 35 luoghi di Milano
Diverso, come ha ricordato Meyer, il caso del direttore d'orchestra Valerij Gergiev. "E' arrivata la guerra - ha detto Meyer in conferenza stampa -. Un momento difficilissimo. Quella notte stavamo festeggiando la Prima della 'Dama di Picche' e abbiamo dovuto prendere una decisione non facile, quella di chiedere chiarimenti al maestro. Non abbiamo chiesto di parlare contro il presidente russo, con il quale si conoscono dall'infanzia, ma di fare una dichiarazione chiara per una soluzione pacifica. Tutti vogliamo la pace e l'armonia. Gergiev non ha potuto o voluto rispondere e lo abbiamo sostituito".
Secondo Meyer, la Scala è stata in prima linea in sostegno e in solidarietà all'Ucraina. "Con tutti gli artisti, il coro e i dipendenti della Scala e con il maestro Riccardo Chailly abbiamo deciso di fare un grande concerto per l'Ucraina e la Scala ha raccolto 400mila euro per le vittime della guerra", ha affermato in conferenza stampa: "Una goccia d'acqua nell'oceano per le persone in difficoltà, ma quasi mezzo milione di euro sono molti soldi". E poi, ancora, la Scala ha accolto i bambini della scuola di ballo di Kyiv, trovando alloggi per i loro genitori.
"Niente contro l'Ucraina"
"Non siamo andati fuori con le bandiere - ha continuato il sovrintendente - ma il nostro compito lo abbiamo fatto, dopodiché abbiamo sviluppato questo concerto e presentato l'apertura di stagione qualche mese fa. Ricorderò sempre che mi hanno fatto solo domande sulla questione politica; e io ripeto, fare il 'Boris Godunov' è una decisione che abbiamo preso tre anni fa ed è impossibile cancellarlo. E poi perché dovremmo? Non facciamo propaganda di Putin, ma mostriamo un grande capolavoro della storia dell'arte. Noi abbiamo rispetto per i capolavori, e in questa presentazione non c'è niente che vada contro l'Ucraina. E il libretto non fa apologia di un regime, tutto il contrario. Vorrei che si vedesse così, come un grande capolavoro della storia dell'opera, e che lanci un messaggio più universale".
'Boris Godunov' alla Scala per la 25esima volta
Riccardo Chailly ha scelto di dirigere 'Boris Godunov' nella sua prima versione, presentata ai Teatri Imperiali di San Pietroburgo nel 1869. L'opera di Musorgskij è uno dei titoli più legati alla storia della Scala tra il repertorio internazionale: quella del 7 dicembre sarà la 25esima occorrenza del titolo nelle stagioni del teatro milanese. Un'opera universalmente eseguita come la 'Carmen' di Bizet si ferma a 24. La prima italiana di 'Boris Godunov' è del 14 gennaio 1909, proprio alla Scala, per volere di Arturo Toscanini che, tuttavia, l'anno prima lasciò Milano per New York. Al ritorno alla guida della Scala il maestro ribadì la sua 'fede' per l'opera, rappresentata negli anni '20 più volte sotto la sua direzione.
'Boris Godunov' continuò ad essere rappresentato anche negli anni '30 e soprattutto '40, quando, nel 1947, inaugurò la stagione d'autunno. L'anno prima era stata utilizzata, per la prima volta, la versione di Rimskij-Korsakov dell'opera. Il ripristino dell'originale (nella versione però di Pavel Lamm) avvenne nel 1979 con Claidio Abbado, che scelse 'Boris Godunov' per la Prima del 7 dicembre. Nel 2002 fu messo in scena (agli Arcimboldi, perché la Scala era in ristrutturazione) il cosiddetto Ur-Boris, ovvero la versione originale presentata da Musorgskij nel 1869, ora riproposta da Chailly per la Prima del 2022.
44 milioni da privati
In conferenza stampa spazio anche per approfondire la questione dei fondi per la Scala, dopo che il sindaco di Milano Giuseppe Sala (presidente di diritto della Fondazione che gestisce il teatro) aveva dichiarato che i contributi pubblici, per il momento, sarebbero diminuiti, almeno per il bilancio preventivo. Meyer ha reso noto che si è arrivati al record storico di sponsorizzazioni private, toccando i 44 milioni di euro, con presenze e ricavi in crescita, superiori del 10 per cento rispetto a prima della pandemia covid.
E sono tornati anche gli spettatori stranieri: "Eravamo un po' preoccupati per loro", ha detto Meyer: "Certo ne abbiamo persi molti dall'estremo oriente, abbiamo perso i russi, ma abbiamo comunque il 30 per cento di presenze straniere".
In diretta Rai e in 40 luoghi a Milano
'Boris Godunov' sarà proposto da Rai Cultura in diretta in esclusiva su Rai 1 il 7 dicembre a partire dalle 17.45. Lo spettacolo, con la regia televisiva di Arnalda Canali, sarà trasmesso in diretta anche su Radio 3, su Rai 1 HD canale 501 e su RaiPlay, dove potrà essere visto per 15 giorni dopo la prima. Oltre tre ore di trasmissione, completa di sottotitoli, per portare il capolavoro di Musorgskij nelle case degli italiani, tentando di replicare il successo del 2021 con il 'Macbeth' di Verdi (più di 2 milioni di telespettatori).
In quasi 40 luoghi della città e nel maxischermo collocato al centro dell'Ottagono (in Galleria Vittorio Emanuele II) verrà ritrasmessa l'opera, oltre che in diretta mondiale dalla piattaforma Medici Tv e in diversi Paesi: in Francia, Belgio e Germania grazie ad Arte, in Svizzera con Rsi, in Giappone con Nhk e via dicendo. L'opera verrà proiettata in diretta in 60 sale cinematografiche in Australia, Spagna e America Latina.
Prima diffusa
Torna l'iniziativa denominata 'Prima diffusa', con cui verranno organizzati eventi precedenti al 7 dicembre e, in occasione della Prima, verrà proiettata l'opera in luoghi di Milano e della Città metropolitana, tra cui il Teatro della Casa di reclusione di Opera, il Teatro Puntozero del carcere minorile Beccaria, la Casa circondariale di San Vittore, e poi la biblioteca di Baggio, Medicinema all'ospedale Niguarda, Mare Culturale Urbano, il Mudec, Wow Spazio Fumetto, l'aeroporto di Malpensa, il Teatro Carcano e il Teatro Roberto De Silva di Rho.
In alcune sedi le proiezioni saranno precedute alle 16.30 da una guida all'ascolto a cura dell'Accademia Teatro alla Scala: attraverso un linguaggio accessibile e coinvolgente, musicologi e narratori specializzati aiuteranno il pubblico a conoscere e comprendere l'opera di Musorgskij.