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La Borsa di Milano potrebbe cambiare sede

Lo storico palazzo progettato nel 1932 potrebbe ospitare un nuovo inquilino

Potrebbero separarsi i destini di piazza Affari e della Borsa di Milano. La società che gestisce il mercato finanziario italiano - dopo 90 anni - potrebbe lasciare la sua sede storica a palazzo Mezzanotte. Il condizionale è d'obbligo ma la Camera di Commercio di Milano, proprietaria dell'edificio da quasi 19mila metri quadri disposti su 6 piani fuori terra e due interrati, ha aperto un bando per riassegnare gli spazi.

Ufficialmente Borsa Italiana non ha chiarito se parteciperà all'asta per restare nella storica sede costruita nel 1932 dall'architetto Mezzanotte con l'intento di riunire in un unico edificio le strutture della Borsa valori e delle altre Borse merci (sete, bozzoli, grani) che nel palazzo Broggi di piazza Cordusio non avevano una propria sede.

Non è escluso che Euronext (attuale proprietario) decida di lasciare la storica sede anche perché a partire dagli anni Novanta gli scambi sono stati digitalizzati e la grande sala delle contrattazioni attualmente è utilizzata come centro congressi (in grado di ospitare oltre 600 persone). Non solo, parte del palazzo attualmente è occupato dagli uffici della borsa di Londra, vecchio proprietario di Borsa Italiana prima che fosse venduta a Euronext. Inoltre, l'attuale proprietà ha deciso che trasferirà alcune funzioni della Borsa di Milano a Parigi.

L'unica certezza è che il palazzo non potrà cambiare destinazione d'uso. Tradotto? Non potrà essere trasformato in un hotel di lusso nel cuore di Milano. Il prezzo base dell'asta è di 6,85 milioni di euro all'anno da corrispondere in 4 rate e il contratto avrà validità di 6 anni, rinnovabile di altri 6. Le offerte non potranno essere pari alla base d'asta e potranno essere presentate - attraverso Sintel, il sistema di intermediazione telematica della Regione - entro mezzogiorno del 16 maggio. Palazzo Mezzanotte potrebbe ospitare un inquilino straniero visto che al bando possono partecipare persone giuridiche anche in altri stati membri dell’Unione europea. Vietate, tuttavia, le cordate. E questo vincolo potrebbe frenare diversi interessati.

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