Milano, a Brera guide speciali scelte tra persone con disagio psichico
Questo il progetto promosso da Amici di Brera e Club Itaca Milano, per avere un punto di vista diverso sull'arte
Nuove, particolari, guide alla Pinacoteca di Brera, dove a spiegare le opere d'arte saranno le persone che stanno vivendo un disagio psichico. È il progetto 'Per la Mente, con il Colore', promosso da Amici di Brera e Club Itaca Milano (centro per lo sviluppo dell'autonomia socio-lavorativa di persone con una storia di disagio psichico) in collaborazione con l'Unità di psicologia clinica Asst san Paolo e Carlo di Milano e dipartimento di scienza della salute, che insieme stanno formando le guide speciali per il pubblico del museo.
Le persone scelte e formate per parlare dei dipinti esposti a Brera, proprio in virtù della loro esperienza, potranno contribuire dando uno sguardo diverso sulle opere, delle quali coglieranno interpretazioni e sfaccettature inusuali. "È un progetto unico forse nel mondo - ha detto Alessandra Montalbetti degli Amici di Brera alla presentazione dell'iniziativa -. Ci siamo confrontati anche con il Metropolitan Museum di New York e non hanno mai fatto nulla del genere". Il laboratorio, che è già stato iniziato da tempo, verrà concretizzato nel momento in cui l'andamento della pandemia lo consentirà.
Nella fase di formazione, le persone che hanno aderito al progetto, circa una quindicina, hanno potuto 'studiare' i quadri per loro selezionati tra quelli della Pinacoteca, elaborare le loro impressioni e discuterne. Quando saranno pronte e la Pinacoteca riaprirà, queste nuove guide periodicamente, forse ogni sabato, saranno protagoniste di tour speciali all'interno del museo.
"A me è stato proposto il quadro di Giacomo Ceruti il 'Portarolo' e la mia prima impressione è stata di compassione per quel bambino seduto, accanto ad una cesta - ha raccontato Marco Della Santa, uno dei partecipanti al laboratorio -. Poi ho analizzato che messaggi mi trasmetteva: la durezza della vita, la povertà, la rassegnazione, la stanchezza del bambino, infine ho provato a ridisegnarlo io, ho imbrattato qualcosa, non mi piaceva, ma poi mi sono sentito leggero come se si fosse portato via le cose brutte nella mia testa". Il progetto potrebbe allargarsi anche alle altre 15 sedi del Club Itaca in Italia.