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Il mondo di Valerio, burattinaio di Milano - Episodio 4 Mest(ieri)

Scolpisce e dipinge a mano i suoi burattini, con i quali porta avanti la tradizione di scuola lombarda

Un'elegante giacca rossa con un bordino vellutato verde, un neo sulla guancia e un codino di capelli neri; una cuffietta bianca con un nastrino azzurro e un'ampia gonnella; un mantello nero e una veste dorata sotto a ben tre teste; un cappello viola e un'espressione che non promette nulla di buono. Sono i personaggi protagonisti dello spettacolo di Valerio Saccà, di professione burattinaio.

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Il burattinaio e il suo Meneghino: VIDEO

Incontriamo l'artista, all'anagrafe Valerio Aldrighi, nella sua casa, dove ci accoglie, seguito da un'anziana gatta nera, tra bauli pieni di sorprese, guattarelle (i burattini napoletani) dalle facce espressivissime e cimeli del secolo passato, tra cui sceneggiature e antiche locandine. Valerio, 34 anni e originario di Sesto (Milano), con la sua Compagnia Burattini Aldrighi, che porta avanti la tradizione di scuola lombarda, svolge un mestiere tanto raro quanto antico. "Ho sempre voluto fare questo - ci racconta col sorriso sulle labbra -, da bambino vedevo il teatro dei burattini nel Milanese e nella Bergamasca e sin da subito sono rimasto folgorato da questa forma d'arte così antica ma ancora così forte e viva".

Dopo una breve parentesi nel settore della ristorazione, l'aspirante burattinaio decide di andare a bottega dal maestro Daniele Cortesi che, insieme alla sua compagna Maria Teresa, gli insegna tutti i segreti del mestiere . "Loro muovono il Gioppino (maschera bergamasca, ndr) - spiega Saccà -, io invece, essendo milanese, muovo il Meneghino, personaggio che rappresenta per eccellenza la milanesità. Non uso il dialetto puro perché in pochissimi lo capirebbero, tengo un 'ital-dialettato', che è il compromesso per rendere contemporanee queste maschere tradizionali". Le prossime occasioni per vedere i suoi spettacoli? L'appuntamento è in Cascina Cuccagna, dove sia a febbraio sia a ottobre si terranno show per bambini e masterclass per adulti.

Allievo anche di Giacomo Onofrio e Natale Panaro, Saccà scolpisce i suoi burattini a mano nel cirmolo, li dipinge con colori a olio, crea i fondali e la baracca, scrive i copioni, sceglie i tessuti per gli abiti, cura la regia e - ovviamente - muove e dà voce a tutti i suoi personaggi recitando i testi a memoria. Protagonista indiscusso dei suoi spettacoli è Meneghin Pecenna, Meneghino, maschera nata nel Rinascimento e completamente scomparsa negli ultimi 50 anni. "Sul finire del '600 - mette in luce Valerio - con Carlo Maria Maggi diviene eroe borghese, si tratta di un carattere che agisce sempre nel giusto e mai per convenienza personale. Per coraggio (affronta sempre le sue paure) e bontà si distanzia anche dal classico servitore".

Lavorare in un campo così particolare non è affatto facile nel 2021. Per questo Saccà a fianco alla sua attività, già molto articolata, di burattinaio si dedica anche a laboratori di scultura per adulti e di manipolazione per bambini, sempre incentrati sull'arte del burattino a guanto, e organizza anche mostre e rassegne, oltre a partecipare a festival anche all'estero. Otto fino ad ora gli spettacoli che ha prodotto, puntualmente legati alla città di Milano e al personaggio di Meneghino, e numerosi i premi vinti, tra cui il premio ribalte di fantasia, il premio Pina e Benedetto Ravasio e Premio Teatrapa-Messico. 

Per creare qualsiasi storia servono l'eroe, la spalla, la coppia di innamorati, l'antagonista. Saccà prima inizia a scrivere e poi a scolpire, creando anche nuovi personaggi. Ma i burattini protagonisti di tante avventure, ci si chiederà, hanno ancora qualcosa da dire ai bambini di oggi? Valerio ne è fermamente convinto: "Il Meneghino, ad esempio, insegna moltissime cose, come l'amicizia, la bontà, l'essere parte di un gruppo - lui, infatti, è un cittadino a differenza di Arlecchino che è un servitore -, l'essere generosi, ma non pirla (che si può dire perché non è una parolaccia, vuol dire trottola".

"I burattini non sono un ricordo legato al passato dei nostri nonni - continua Saccà -. Il burattino, Meneghino, c'è, è vivo ed è portatore di una genuinità sempre più sottile. I bambini di oggi di 7 anni comunicano già in modo sarcastico, cosa che io trovo molto triste. Nel momento in cui incontrano i burattini, però, per loro torna quell'attimo di semplicità. Anche se solo passeggero, si tratta di un momento di autentica poesia che ogni bimbo merita di vivere".

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