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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Lombardia, sulla caccia è escalation: nuove giornate venatorie, cormorani, cinghiali, deroghe

Il centrodestra ha fretta di "firmare" provvedimenti a favore dei cacciatori, anche invertendo l'ordine dei lavori del consiglio con modalità che alcuni giudicano illegittime

Due giornate integrative per i cacciatori lombardi: le ha approvate Regione Lombardia, tra il 1 ottobre e il 29 novembre, prorogando il calendario del prelievo venatorio con due giornate settimanali per gli ambiti di Bergamo, Brescia, Brianza, Insubria, Pavia e Val Padana-Mantova. 

Soddisfazione da parte del consigliere regionale Roberto Anelli, capogruppo della Lega, secondo cui "la Regione dimostra di avere preso a cuore le richieste dei cacciatori, che ogni anno garantiscono il controllo e l'equilibrio dell'ambiente, puliscono i boschi con amore e passione e tramandano una cultura che fa profondamente parte delle nostre radici". 

Cormorani, cinghiali, uccelli

Non è l'unico provvedimento sulla caccia in discussione in questi giorni. L'assessore all'agricoltura Fabio Rolfi (anche lui leghista) ha varato un provvedimento per il "controllo selettivo" dei cormorani, che secondo i calcoli dell'assessorato starebbero riducendo sensibilmente "lo stock ittico", cioè il numero di pesci. Il provvedimento riguarda più di 900 cormorani nelle province di Varese, Como, Lecco, Bergamo e Brescia. 

Lo stesso Rolfi ha anche scritto al ministro dell'agricoltura Gianmarco Centinaio (leghista e lombardo di Pavia) chiedendo ufficialmente la modifica della Legge 157/1992 per riconoscere il cacciatore come "operatore volontario". In quella occasione, Rolfi lamentava la "situazione fuori controllo" dei cinghiali in Lombardia e ha scritto, nero su bianco, che "i cacciatori svolgono un servizio gratuito alla collettività", sopperendo alla scarsa "attività di contenimento dei pochi agenti di polizia provinciale". 

Altro fronte, la caccia in deroga agli uccelli e con "richiami vivi", su cui da anni Regione Lombardia cerca di allargare le maglie andando spesso incontro ad "avvertimenti" da parte di Bruxelles su possibili multe. In consiglio regionale, ai provvedimenti sulla caccia in deroga, è stata data priorità anticipandoli alla seduta di martedì 2 ottebre, mentre nella programmazione dei capigruppo erano stati calendarizzati al 9 ottobre.

Il centrodestra ha molta fretta

L'inversione dell'ordine dei lavori è stata effettuata dal presidente del consiglio regionale, il forzista Alessadro Fermi. "Il regolamento consente al presidente di deliberare sul calendario in autonomia solo se manca una maggioranza nella riunione dei capigruppo. In questo caso la maggioranza c'era e aveva deliberato di discutere di caccia il 9 ottobre", protesta Michele Usuelli di +Europa, secondo cui l'interpretazione di Fermi è "illegittima": "Le pressioni dei consiglieri di centrodestra, legati alla lobby dei cacciatori che da anni tiene il consiglio sotto scacco, hanno convinto il presidente a forzare le disposizioni regolamentari". 

Usuelli parla di "atto gravissimo" e di "forzatura inaccettabile", ma va ancora oltre e ricorda le norme comunitarie e nazionali sulla caccia, violando le quali si va incontro a "pesanti sanzioni nei confronti della Regione e di tutti i cittadini lombardi". Stesse conclusioni di Andrea Fiasconaro del Movimento 5 Stelle, che senza volere entrare nel merito del sì o no alla caccia chiede che si rifletta di più sulle deroghe, con cui si rischiano sanzioni europee.

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