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Caccia in deroga e richiami vivi: débacle leghista, il Pirellone vota contro

Bocciati in consiglio regionale i due provvedimenti presentati dalla giunta. Dopo il No, l'assessore Rolfi promette che ci riproverà nel 2019

Affossati dal consiglio regionale lombardo i due progetti di legge presentati dalla giunta di centrodestra e votati nella seduta di martedì 2 ottobre, relativi alla caccia in deroga di specie protette come il fringuello e la peppola e alla cattura dei cosiddetti richiami vivi con l'uso di reti. Due provvedimenti che soprattutto la Lega teneva particolarmente a fare approvare, ma che sono stati contestatissimi sia da alcune associazioni ambientaliste sia dall'Ispra, l'istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale.

Richiami vivi (Foto Enpa)

C'era il forte rischio, tra l'altro, dell'apertura di una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea, perché esiste una direttiva sugli uccelli, recepita dall'Italia, che impone determinati vincoli che sarebbero stati oltrepassati dai due progetti di legge, con la conseguenza quasi certa di salate sanzioni da parte dell'Ue.

42 favorevoli e 33 contrari hanno approvato la pregiudiziale di incostituzionalità sulla caccia in deroga presentata da Michele Usuelli (+Europa), più o meno lo stesso risultato per la pregiudiziale sui richiami vivi presentata dal gruppo Lombardi Civici Europeisti, affossando di fatto i due provvedimenti. "E' una importante vittoria del diritto e della legalità nei confronti di chi, portatore di interessi della lobby dei cacciatori, pensava di poter approvare un provvedimento contro la Costituzione, contro la normativa nazionale e comunitaria e contro i cacciatori rispettosi delle regole", ha dichiarato Usuelli: "La maggioranza, ufficialmente granitica sulla caccia in deroga, si è sciolta come neve al sole".

Scontro di fuoco

Sull'argomento era intervenuto, l'1 ottobre, anche il ministro dell'Ambiente Sergio Costa con una dichiarazione tutt'altro che sibillina: "Mi accerterò che i pareri su caccia e stagione venatoria rilasciati dall'Ispra, massima autorità scientifica in materia, siano rispettati. Inaccettabile che vengano disattesi", aveva dichiarato Costa aggiungendo un invito esplicito ai cittadini "affinché segnalino alle autorità competenti eventuali violazioni alle normative".

Dal Ministero era arrivato anche un monito esplicito circa il possibile danno erariale in caso di sanzioni Ue. Monito per nulla gradito dal vice capogruppo leghista al Pirellone Andrea Monti, che non aveva perso tempo ad attaccare il Ministero e il Governo (di cui fa parte il suo stesso partito) definendo "grave e allarmante" il fatto che "un burocrate di Roma mandi una nota in cui si paventano possibili danni erariali". Monti era arrivato a richiamare l'articolo 122 della Costituzione, secondo cui gli eletti nelle assemblee "non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni e dei voti nell'esercizio delle loro funzioni".

La Lega non rinuncia

Come si vede, il livello dello scontro è altissimo, segno che la Lega teneva parecchio a questi provvedimenti. E infatti Giovanni Malanchini, consigliere del Carroccio, dopo il voto è sbottato: "Siamo gli unici a mantenere la parola data", ha esclamato puntando il dito contro "i voltagabbana e gli ambientalisti da poltrona" che, anche nella maggioranza, con il voto segreto hanno affossato i due progetti di legge. 

E l'assessore all'Ambiente Fabio Rolfi, sempre del Carroccio, ha promesso un tavolo tra partiti e associazioni venatorie "per studiare il percorso più efficace per il 2019 e valorizzare una attività essenziale per l'equilibrio dell'ecosistema". Come a dire, l'anno prossimo ci riproviamo ma ci prepariamo meglio alla battaglia.

I contrari

Sull'altro fronte numerose associazioni ambientaliste e animaliste, che la mattina del 2 ottobre si sono radunate davanti al Pirellone per protestare contro i due progetti di legge, e il Movimento 5 Stelle, che aveva puntato l'attenzione soprattutto sulle sanzioni che sarebbero derivate dai due provvedimenti.

"Per promuovere il divertimento di pochi, alcuni consiglieri isolati di questa maggioranza vogliono far pagare il conto a tutti quanti: non possiamo accettarlo", aveva dichiarato Massimo De Rosa (5 Stelle). Infine Michele Usuelli di +Europa aveva fatto notare come la maggioranza avesse una strana fretta, visto che la conferenza dei capigruppo aveva deliberato la discussione di questi provvedimenti il 9 ottobre ma poi sono stati anticipati con atto unilaterale del presidente dell'aula. 

Stessa linea per il Pd, con Fabio Pizzul e Matteo Piloni che, dopo il voto, hanno commentato: "Il consiglio ha detto no a provvedimenti illegittimi che avrebbero messo a rischio le tasche dei cittadini lombardi. Il nostro non è stato un voto contro la caccia ma contro un testo che, oltre alle sanzioni, avrebbe portato con sé anche un mare di complicazioni per gli stessi cacciatori".

Infine c'è chi ha fatto notare il forte impegno dell'assessore Rolfi sul fronte venatorio in poche settimane: due giorni in più di apertura della caccia nell'ambito del calendario venatorio e via libera al "controllo selettivo" dei cormorani; infine una lettera al governo per chiedere che i cacciatori siano riconosciuti operatori volontari nel contenimento dei cinghiali.

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