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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La camera ardente di Carla Fracci sarà alla Scala, il funerale in San Marco

La camera ardente sarà aperta fino alle 18 di venerdì sera

Nella sua "casa". Nel suo teatro. Sarà dato alla Scala di Milano l'ultimo saluto a Carla Fracci, la ballerina morta giovedì mattina a 84 anni dopo una lunga battaglia contro un tumore combattuta sempre con coraggio e massimo riserbo. 

La camera ardente sarà allestita nel teatro di via Filodrammatici e sarà aperta venerdì 28 maggio dalle 12 alle 18, con ultimo ingresso alle 17.30, presso il foyer, mentre  il funerale si svolgerà sabato 29 alle 14:45 nella basilica di San Marco. 

E l'addio all'étoile non poteva che essere dato lì, in quel teatro in cui la Fracci ha studiato danza e debuttato nel 1955 per poi diventare la "prima ballerina assoluta", come la definì nel 1981 il "New York Times". Alla Scala lei era sempre rimasta legata, tanto che il 28 e 29 gennaio aveva tenuto una masterclass con i protagonisti del balletto Giselle andata in streaming sui profili della Scala e disponibile anche su Raiplay.

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E inevitabilmente il teatro alla Scala era rimasto legato a lei. Nell'esprimere commozione per la scomparsa della ballerina, la Scala ha ricordato che "il teatro, la città, la danza, perdono una figura storica, leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo nella nostra identità e ha dato un contributo fondamentale al prestigio della cultura italiana nel mondo". 

Il sovrintendente Dominque Meyer ha osservato che "con Maria Taglioni, Carla Fracci è stata la personalità più importante della storia della danza alla Scala. Cresciuta all'Accademia, ha legato intimamente il suo nome alla storia di questo Teatro. Nei mesi scorsi ho avuto il piacere di accoglierla diverse volte alla Scala dove veniva spesso e a gennaio siamo stati felicissimi di riaverla a trasmettere la sua esperienza alle giovani interpreti dell'ultima 'Giselle', che è stata per tutti un momento indimenticabile. La penseremo sempre con affetto e gratitudine, ricordando il sorriso degli ultimi giorni passati insieme, in cui si sentiva tornata a casa".

Il direttore del Corpo di Ballo, Manuel Legris, ha sottolineto che "ci lascia stupiti, in punta di piedi come 'Giselle', spirito che resta con noi, riempie le sale ballo, il palcoscenico e i nostri cuori, come la sua energia mai sopita, che ci ha catturato e affascinato quando è tornata a riabbracciare il Teatro e i suoi artisti. Un grande vuoto che, allo stesso tempo, ci fa sentire ricolmi e ricchi di tutta la sua storia, che è la storia del balletto, privilegiati per aver condiviso la sua arte che è vita, leggendario modello e fonte di ispirazione di tutte le generazioni di ballerine".

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