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Attualità Crescenzago / Piazza Costantino

"Nella Milano di Sala cemento sul 'parco' e svendita della casa pubblica"

Succede nel quartiere di Crescenzago, dove i cittadini stanno lottando per mantenere i pochi spazi pubblici rimasti. La denuncia delle associazioni

Una casa di quartiere, sede di otto associazioni tra cui Anpi, Legambiente e il Corpo Musicale, svenduta a privati. Un lembo di verde in un quartiere ad altissimo livello di urbanizzazione destinato a diventare un (altro) palazzo. Succede a Crescenzago, dove un comitato di cittadini sta lottando strenuamente su due diversi fronti: da una parte perché Casa Crescenzago, in piazza Costantino, resti un bene pubblico; e dall'altra perché il giardino all'angolo tra via Meucci e via Adriano diventi un parco pubblico e non l'ennesimo edificio a uso residenziale.

Casa Crescenzago e il giardino all'angolo tra via Meucci e via Adriano (foto Dragotto/MilanoToday)

La casa di quartiere svenduta a un privato

"Questo palazzo (ex sede del municipio del comune autonomo di Crescenzago, ndr), dichiarato bene storico e artistico dalla sovraintendenza, deve essere restituito al demanio perché resti comune - spiega Giuseppe Natale, presidente della sezione locale dell'Anpi e coordinatore della Casa -. Qui hanno sede la Banda musicale, che ha più di 120 anni di vita ed è un patrimonio di tutta Milano; l'Anpi, che qui svolge la sua attività dagli anni cinquanta del secolo scorso; Legambiente, arrivata nel 2000; e ancora aderiscono a Casa Crescenzago anche l'Orchestra di Via Padova, Tempo per l'infanzia, Fondazione Brambilla Pisoni, Heracles Gymnasium e Heracles Symposium". 

Le associazioni di Casa Crescenzago promuovono diverse attività sociali, artistiche, culturali e di educazione civica, coinvolgendo cittadini di ogni età, compresi i bambini. Tra le principali finalità di questo luogo vi sono il miglioramento della qualità ambientale e della vita quotidiana, la tutela e la cura del Naviglio Martesana e del patrimonio storico e artistico dei quartieri limitrofi.

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La locandina di uno degli eventi organizzati da Casa Crescenzago

"Lo scorso maggio - prosegue Natale - questo stabile, risalente alla fine del 1800 e del valore di un milione e duecentomila euro, è stato acquistato da un privato, per 791mila euro, dopo che il Comune amministrato dal sindaco Sala (con Roberto Tasca come assessore a bilancio e demanio), l'ha messo all'asta". La vertenza tra Casa Crescenzago e Palazzo Marino ha antiche origini: 13 anni fa fu la giunta di Letizia Moratti a decidere di destinarlo alla vendita; nemmeno con Pisapia, ricorda Natale, le cose migliorarono perché quando nel 2015 il consiglio comunale accolse la richiesta che il palazzo rimanesse al demanio, l'iter di permuta non andò in porto (il bene alternativo proposto non venne accettato prevedendo una complessa procedura di bonifica).

Sul giardino cala il cemento

Già in apprensione per lo sfratto che potrebbero subire, le associazioni di Casa Crescenzago hanno da temere anche per la cementificazione cui pare destinato il triangolo di verde tra via Meucci e via Adriano. "La situazione è vermante kafkiana - spiega Giuseppe Natale -, quell'area, destinata al verde già in un piano regolatore del 1980, ora potrebbe diventare un palazzone". Una possibilità che sembra più che mai concreta visto che il perimetro è già stato del tutto recintato e un grosso cartello bianco recita "Residence Lumière. Nuovi appartamenti". Incaricata di edificare l'area è la cooperativa Uniabita, della Lega Coop Lombardia, la stessa che ha realizzato diversi edifici in località Cascina Gatti a Sesto San Giovanni.

I cittadini di Crescenzago aspettano da anni un parco pubblico e quello dove a breve potrebbe aprire il cantiere - e che finora è rimasto inaccessibile vivendo anche una parentesi come parcheggio abusivo - è davvero l'ultimissimo lembo di verde (di circa 10mila metri quadri) in una zona praticamente già sommersa dal cemento e molto trafficata (il flusso di auto è divenuto ancora più costante da quando negli ultimi anni nel quartiere Adriano è stato realizzato un maxi piano di urbanizzazione).

"L’amministrazione Sala procede come un carro armato con la devastante politica di cementificazione e di svendita del patrimonio pubblico", denuncia il presidente di Anpi Crescenzago. E in effetti tra la stessa via Meucci e il Naviglio Martesana sono già due gli edifici in costruzione (mentre un terzo è già stato realizzato in via Berra). Tutto ciò nonostante le promesse 'green' del sindaco Beppe Sala e la palese necessità di arrestate il consumo di suolo in una città che, per colpa dell'urbanizzazione selvaggia vissuta negli ultimi decenni, vive una mancanza cronica di spazi verdi pubblici, vegetazione e, di conseguenza, 'ossigeno'.

"Fino ad ora, però, raccolte firme, petizioni, delibere del consiglio comunale di zona e manifestazioni pubbliche  non hanno portato a nulla - prosegue Natale -. Non successe alcunché nemmeno quando nel 2019 alcune centinaia di cittadini chiesero che nel nuovo piano di governo del territorio venisse cambiata la destinazione d'uso dell'area. Quello in atto è un doppio delitto, ambientale e sociale".

Tutto sembra pronto perché il prato del giardino scompaia sotto l'ennesima colata di cemento e, forse, anche perché le storiche scritte calligrafiche con i nomi delle associazioni di Casa Crescenzago vengano cancellate per sempre. Ma i cittadini della zona per il momento non si arrendono. "Giù le mani dal quartiere", si legge sulle transenne; "Casa Crescenzago non palazzo privato", recita uno striscione; e ancora "no al cantiere". "Noi ci batteremo fino in fondo - assicurano Natale, Aldo Bonomi, presidente della sezione locale di Legambiente e Giuseppe Bresciani, presidente della banda di Crescenzago -. Stiamo raccogliendo delle firme e la volontà dei cittadini è molto chiara: diciamo no alla cementificazione di via Meucci e ancora no alla privatizzazione della Casa. Useremo tutti i mezzi legali per impedire l’ennesimo scempio nel nostro quartiere e per tutelare la salute delle persone e i preziosi beni ambientali di Crescenzago".

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