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Il Comune di Milano ha venduto un palazzo storico sede di una casa di quartiere

Il consigliere regionale Luigi Piccirillo aveva lanciato un appello alla Regione perché esercitasse il diritto di prelazione, evitando che le associazioni di Casa Crescenzago venissero sfrattate. Ma la proposta è stata bocciata

Un palazzo storico, ex municipio e ora casa di quartiere, è a un passo dal diventare privato. Stiamo parlando di Casa Crescenzago, in piazza Costantino, sede di associazioni come Anpi, Legambiente e la Banda musicale, di cui vi avevamo già parlato qui. Secondo quanto appreso da MilanoToday, ora il fondo immobiliare Milano I gestito da Bnp Paribas (e a cui a cui Palazzo Marino ha trasferito un portafoglio di immobili), ha venduto l'edificio all'asta. Per finalizzare il suo acquisto da parte di un privato mancherebbe solo il rogito. Cercando di impedirlo, il consigliere regionale Luigi Piccirillo (gruppo misto) ha invitato la Regione ad acquistare la struttura perché rimanga pubblica, ma la proposta, almeno per il momento, è stata bocciata. Né Comune né Bnp, sentiti dalla redazione, hanno voluto rivelare prezzo di vendita dell'immobile e nome del compratore.

Il comune di Milano vende (quasi) tutti i suoi palazzi e terreni

La sede dell'ex municipio di Crescenzago, si legge in una nota di Piccirillo, "è protetta dalla Soprintendenza come bene storico artistico ed è sede di importanti associazioni storiche, come Anpi, Legambiente e la Banda Musicale di Crescenzago. Queste associazioni hanno manifestato in svariate occasioni il proprio dissenso alla vendita, chiedendo alla Regione di esercitare il diritto di prelazione per restituire l’ex Municipio al patrimonio pubblico. Lo hanno fatto a ragione perché il Comune, già diversi anni fa, decise che l’ex municipio doveva essere a disposizione della cittadinanza. Ora invece, anziché valorizzarlo viene messo in svendita e non se ne comprendono le ragioni".

Di qui la richiesta del consigliere che aveva invitato la Regione ad acquistare il palazzo storico - messo in vendita con una base d'asta di 791mila euro - affinché rimanesse un luogo pubblico di valore civile, sociale e artistico, evitando così anche lo sfratto delle associazioni che da anni hanno la propria sede in questo edificio. Con l’ordine del giorno al bilancio regionale, il 20 dicembre Piccirillo aveva chiesto inoltre che venisse "fermata l’edificazione dell’area di via Meucci/Adriano 1 permettendo la realizzazione di una piazza verde, come richiesto dai cittadini e definito dal Prg del Comune di Milano nel 1980". Regione Lombardia, però, ha deciso di non intervenire.

A oggi, il cemento è già calato sul triangolo di verde tra via Meucci e via Adriano, un'area che nel piano regolatore del 1980 era appunto destinata a diventare un parco e che ora, dopo essere stata per anni un parcheggio abusivo, sembra condannata ad ospitare l'ennesimo condominio. Nonostante le numerose proteste dei residenti, infatti, il cantiere di Uniabita (della Lega Coop Lombardia), rimane aperto. Questi circa 10mila metri quadri di prato, rappresentavano, o forse ormai sarebbe meglio dire rappresentavano, l'ultimissimo lembo di verde in un quartiere molto trafficato e gremito di palazzi.

"Lo scorso 5 dicembre - denuncia il presidente della sezione locale dell'Anpi e coordinatore di Casa Crescenzago, Giuseppe Natale - con la deliberazione del Consiglio comunale di Milano sulla proroga dei Fondi immobiliari, la maggioranza aveva respinto l'emendamento che proponeva di salvare il palazzo ex Comune di Crescenzago tramite il riacquisto da parte del Comune. Stiamo verificando eventuali azioni legali. Quella delle giunte Sala e Sala bis è una vera e propria dilapidazione dei beni pubblici".

Il 5 dicembre il consiglio comunale aveva approvato una delibera presentata dall’assessore al bilancio e patrimonio, Emmanuel Conte, che stabiliva le modalità per incassare liquidando le quote detenute nei Fondi Immobiliari Comune di Milano I e II, entrambi gestiti da Bnp Paribas Real Estate Investment Management Italy Sgr. In questo modo Palazzo Marino ha deciso di chiudere la propria partecipazione come unico quotista dei due fondi, a cui tra il 2007 e il 2009 aveva trasferito un portafoglio immobiliare composto da circa 140 proprietà, fra aree e fabbricati, per un valore complessivo di conferimento stimato in 355 milioni di euro, a fronte del quale aveva ricevuto le quote di partecipazione. Tra questi immobili, anche lo storico palazzo di Crescenzago.

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