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Traccia di libertà: ecco la casetta per i bambini dei detenuti di Bollate

La struttura, progettata dagli studenti di architettura del Politecnico, servirà come spazio di incontro tra i reclusi e i loro figli

Una casetta in legno tutta rossa, come quelle delle fiabe, nel bel mezzo di un giardino. Sarà questo l'aspetto di Traccia di Libertà, lo spazio destinato ad accogliere gli incontri dei detenuti del carcere di Bollate con i loro familiari - e in particolare con i figli piccoli. Il progetto, nato nell'ambito del laboratorio di progettazione architettonica del Politecnico di Milano, ha visto coinvolti diversi studenti della facoltà di architettura dell'ateneo, ma anche professori, polizia penitenziaria, operatori e gli stessi detenuti.

Traccia di Libertà

Ma a rendere realizzabile l'idea partorita dalla mente dei giovani universitari è stata l'associazione onlus Civicum, che ha deciso di finanziare il progetto donando 15mila euro. Una volta ultimata Traccia di Libertà - il cui progetto è coordinato dal docente Andrea Di Franco insieme ai colleghi Chiara Merlini, Michele Moreno e Lorenzo Consalez - costituirà un luogo idealmente separato dal carcere - pur sorgendo al suo interno - dove le persone recluse potranno iniziare o continuare un processo di responsabilizzazione e risocializzazione, e dove i loro figli avranno la possibilità di incontrarli in un'atmosfera familiare e intima. La casetta rossa è già stata collocata nella zona all'aperto dell'area colloqui della casa circondariale di Bollate. In autunno al suo interno verrà posizionato un albero, la cui chioma spunterà poi dal tetto rendendo lo spazio ancora più ludico e a misura di bambino.

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