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Morte di Fadil, giudici decidono se chiudere il caso. La famiglia: "Vogliamo giustizia"

Nei prossimi giorni il gip di Milano Alessandra Cecchelli stabilirà se archiviare il fascicolo o chiedere ulteriori acceramenti

Nei prossimi giorni il giudice per le indagini preliminari di Milano Alessandra Cecchelli deciderà se archiviare il fascicolo e chiudere il caso sulla morte della modella Imane Fadil oppure disporre nuovi accertamenti e perizie nell'inchiesta.

La giovane donna, di origine marocchina, era una delle testimoni 'chiave' del caso Ruby ed è deceduta il 1° marzo del 2019 all'ospedale Humanitas di Rozzano, dove era ricoverata dal 29 gennaio. Dopo l'udienza di discussione, alla presenza anche del legale della famiglia di Fadil, l'avvocato Mirko Mazzali, che chiede che le indagini proseguano, il giudice si è riservato. Nel frattempo solo nella giornata di mercoledì 19 febbraio si è saputo che mesi fa, nel più stretto riserbo, sono stati celebrati i funerali della modella.

Dopo l'ipotesi di morte per avvelenamento sul corpo della ragazza erano stati effettuati test che non avevano rilevato presenza di materiali radioattivi. Lo scorso settembre, poi, attraverso ulteriori esami si era scoperto che Imane era morta per aplasia midollare, malattia che può essere causata da un virus o da un linfoma, ma anche da un farmaco. Fadil era deceduta senza che i medici dell'Humanitas riuscissero a diagnosticarle la malattia corretta. Di certo, dopo il decesso, nel sangue furono trovati valori molto alti di alcuni metalli. Ma nessuna traccia di radioattività.

"La famiglia - ha detto l'avvocato Mazzali - vuole giustizia, vuole sapere perché la ragazza è morta senza che nessuno facesse nulla, noi abbiamo dimostrato che se la diagnosi fosse stata tempestiva le cure sarebbero state efficaci all'80%".
   

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