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L'anniversario

Quando Lambrate e Niguarda smisero di essere Comuni: il centenario

Un evento per avviare l'anno del centenario dell'ultima espansione di Milano, che coinvolse in tutto 11 (ex) Comuni limitrofi

Novantanove anni fa, il 14 dicembre 1923, 11 Comuni intorno a Milano furono aggregati alla città; e quasi 150 anni fa, nel 1873, era avvenuto l'accorpamento precedente, quello col Comune dei Corpi Santi. Per celebrare il 100esimo dell'ultimo allargamento comunale e il 150esimo del penultimo, il Comune di Milano ha lanciato l'iniziativa 'Dai borghi alla città, dalla città ai quartieri', che riassume in poche e semplici parole il processo di aggregazione e inglobamento, di pari passo con le varie evoluzioni economiche e sociali vissute in tutti questi anni dalla città di Milano.

L'iniziativa durerà un anno, fino appunto al 14 dicembre 1923, quando ricorrerà il centenario dell'approvazione dell'inglobamento da parte del consiglio comunale di Milano, alla presenza del sindaco di allora, Luigi Mangiagalli. Da quel momento Affori, Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino smisero di essere Comuni autonomi e divennero borghi (e poi quartieri) di Milano. Il provvedimento era stato già decretato, il 2 settembre di quell'anno, dal re d'Italia Vittorio Emanuele III.

L'evento inaugurale si svolgerà mercoledì 14 dicembre 2022 a Palazzo Marino, nell'aula del consiglio comunale, con la partecipazione del sindaco di Milano Beppe Sala, della presidente del consiglio comunale Elena Buscemi, degli assessori Gaia Romani (decentramento) e Pierfrancesco Maran (piano quartieri) e di altri relatori: Mattia Abdu (presidente del Municipio 1), Barbara Bracco (docente di storia contemporanea in Bicocca), Marco Cuzzi (docente di storia contemporanea in Statale), Giulio Lattanzi (direttore generale del Touring Club Italiano), Anita Pirovano (presidente del Municipio 9), Roberto Schena (scrittore e ricercatore) e Luigi Vergallo (Fondazione Feltrinelli). Luca Gibillini coordinerà l'incontro.

I motivi dell'espansione

Secondo quanto si legge nel preambolo al Regio decreto, la città di Milano aveva 700mila abitanti in un territorio "di appena 7.600 ettari". Le cittadine intorno si stavano sviluppando "traendo vantaggio dalle favorevoli condizioni di vita offerte dalle sue fiorenti officine"; e inoltre Milano aveva dovuto insediare nel territorio dei Comuni limitrofi alcuni servizi, "come il polisportivo ed i nuovi impianti ferroviari in Lambrate, il grande collettore della fognatura in Vigentino, l’ippodromo in Trenno, il cimitero in Musocco, l’Ospedale dei contagiosi in Affori, l’aerodromo in Baggio". Di qui "inevitabili interferenze" tra le varie amministrazioni, ma anche "la necessità di dare alla città di Milano un più ampio respiro per la organizzazione dei pubblici servizi in modo adeguato alle esigenze della sua crescente popolazione", nonché "l’interesse, per i Comuni contermini, di trarre più diretto vantaggio dalle agevolezze che offre la città con la più completa evoluzione degli istituti di ogni genere nei quali si esplica l’azione sociale della pubblica amministrazione. Risultato, l'ultima espansione del Comune di Milano.

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