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Giornata dei giusti a Milano, Liliana Segre: "Inimmaginabile il rombo dei cannoni dietro casa"

La cerimonia al Giardino dei Giusti e l'evento 'Mai più genocidi, il comandamento morale di Giusti'

Pace in Ucraina e solidarietà alla popolazione che sta affrontando assedi e bombardamenti. Questo il messaggio al centro della decima edizione della Giornata dei Giusti di Milano che si è tenuta giovedì 3 marzo nel Giardino dei giusti, vedendo la partecipazione di molti studenti delle scuole superiori, e poi a Palazzo Marino. "Mai avremmo immaginato questo in Europa", ha detto la senatrice Liliana Segre riferendosi alla guerra scatenata dalla Russia di Putin in Ucraina.

 "In giornate come queste ultime, tv e giornali ci riportano a qualcosa che non avremmo mai neanche immaginato lontanamente in Europa, non avremmo immaginato di sentire così vicino a noi il rombo dei cannoni, case distrutte, le persone che piangono e muoiono - ha detto Segre, nel corso dell'evento 'Mai più genocidi, il comandamento morale di Giusti', che si è tenuto nel pomeriggio a Palazzo Marino -. Io ho pensato ai quattro cavalieri dell'apocalisse, perché cosa ci manca ancora? La pandemia l'abbiamo avuta, la guerra, l'odio, la morte, la fame".

"Il nostro pensiero va a tutti i ragazzi ucraini che volevano una vita nella democrazia e nella pace e si sono ritrovati nell'inferno di una guerra non decisa da loro  - sono invece le parole di Gabriele Nissim, presidente della Fondazione Gariwo, custode del giardino dei Giusti, dove si è tenuta la tradizionale cerimonia per la giornata -. Il nostro pensiero va anche ai ragazzi russi che sono stati arrestati in tante piazze, da San Pietroburgo a Mosca, perché stavano protestando contro la guerra. Questi ragazzi hanno mandato un messaggio straordinario al mondo, sono pronti a soffrire e a sacrificarsi per i valori  più alti che segnano il nostro essere uomini su questa terra. I ragazzi di Kiev la loro battaglia morale l'hanno già vinta, perché hanno dimostrato di voler vincere per la libertà. Oggi essere europei significa essere tutti ucraini, non dobbiamo permettere una nuova sconfitta dell'umanità come quella dell'Afghanistan".

A prendere la parola anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che ha detto: "Questo giardino dedicato ai giusti di tutto il mondo è un luogo di riflessione, memoria e incontro (...). Oggi non possiamo non pensare alle violenze e alle sofferenze che patiscono i cittadini dell'Ucraina, vittime di una aggressione ingiustificabile". "Sembra assurdo - ha proseguito il sindaco a pochi decenni dalla fine della seconda guerra mondiale, che ci si sia riusciti a dimenticare dell'orrore, delle sofferenze, della distruzione della guerra (...). La risposta dell'Europa per la pace è stata però compatta e inflessibile e almeno questo è un bel segnale che ci rende orgogliosi di ciò che abbiamo costruito in questi anni. Ma anche ciascuno di noi nel suo piccolo può e deve fare la sua parte".

Ad essere onorate durante la cerimonia sei figure: Raphael Lemkin, il celebre giurista ebreo che ha inventato la parola genocidio; Ilham Tohti, condannato all'ergastolo per aver difeso la dignità degli uiguri in Cina; Henry Morgenthau, ambasciatore americano che denunciò il genocidio degli armeni e aiutò i profughi di questo popolo; Aristides de Sousa Mendes, console portoghese che aiutò gli ebrei a uscire dalla Francia; Evgenija Ginzburg, la testimone che raccontò l'orrore dei Gulag e fu una paladina della libertà; Godeliève Mukasarasi, la sopravvissuta al genocidio in Ruanda che collaborò alla prima condanna al mondo per genocidio.

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