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La situazione

Anche le chiese di Milano stanno facendo i conti con la crisi

La curia invita le parrocchie a blindare i conti dopo due anni di pandemia e, eventualmente, a vendere parte del patrimonio immobiliare

Evitare l'esibizione del lusso, lo spreco di denaro ma anche il deperimento degli immobili e, infine, un richiamo alla "limpida trasparenza" dell'amministrazione. Sono alcuni dei punti chiave della lettera firmata dall'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, inviata ai membri dei consigli degli affari economici parrocchiali della diocesi. L'obiettivo è uno solo: blindare il più possibile i conti delle parrocchie che iniziano a scricchiolare dopo due anni di pandemia, caro energia e un mese e mezzo di guerra in Ucraina.

Le parrocchie e gli oratori di Milano e hinterland, come tutto il resto d'Italia, stanno vivendo momenti difficili. Ma per la chiesa non sembrano esserci tempi migliori all'orizzonte dato che da alcuni anni stanno calando anche le offerte legate all'8x1000. Proprio su questo tema si è soffermato l'arcivescovo chiedendo alle realtà locali di "riservare la maggior parte dell’8x1000 alle opere di carità rispetto alle spese di culto e di pastorale". Tradotto: destinare i soldi che arrivano da questa fonte per aiutare chi è davvero in difficoltà e non utilizzarli per le spese ordinarie.

Per le spese di tutti i giorni Delpini ha chiesto di potenziare il "prestito tra le parrocchie" ma ha anche suggerito l'istituzione della "tassa decreto". "Il nome è antipatico – ha puntualizzato l'arcivescovo -, ma la sostanza ha evidenti tratti evangelici". In breve: le parrocchie che hanno entrate straordinarie straordinarie dovranno aiutare quelle in difficoltà condividendo il denaro. Condivisione del denaro ma non solo, da piazza Fontana non escludono anche la vendita del patrimonio immobiliare perché "gli immobili di cui dispongono le parrocchie sono spesso più numerosi e ampi di quello che serve", si legge nella lettera di Delpini.

"Occorre avviare una riflessione saggia e costruttiva - ha spiegato don Paolo Boccaccia, responsabile ufficio parrocchie della diocesi di Milano - tenendo presente le necessità future non solo della propria parrocchia e comunità Pastorale, ma anche del decanato stesso, per rispondere sinodalmente al Bene della Chiesa. In questo senso il Caep, con le sue competenze, è chiamato sempre più ad un ruolo importante nel discernimento pastorale, continuando il confronto e il dialogo tra i diversi organismi della parrocchia e comunità pastorale, ma anche, dove necessario, tra i consigli affari economici delle parrocchie vicine e del decanato stesso".

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