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Coronavirus, altri 3 decessi (con altre patologie). Gallera: "Nessun reparto di ospedale è chiuso"

Gli aggiornamenti di martedì 25 febbraio: 240 i contagi in Lombardia, altri 3 morti. Salgono a 9 i decessi in Regione (tutti con concomitanti patologie)

Continua la battaglia per il contenimento del coronavirus. Le persone contagiate in Lombardia sono 240, il dato è stato fornito nell'ultimo bollettino di martedì dall'assessore al Welfare di Regione Lombardia. Si trata di 28 casi in più rispetto al dato comunicato a mezzogiorno dalla protezione civile nazionale. "Il numero è alto anche perché la nostra Regione ha deciso di iniziare un'attenta valutazione delle persone che hanno le condizioni per essere ritenute affette da questo virus a allora abbiamo fatto tanti tamponi e tanti esami — ha spiegato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, riferendo in consiglio regionale sulla diffusione del Coronavirus —. Chiaro che facendo tanti esami abbiamo trovato tanti che erano stati colpiti da questa infezione". Nel frattempo, è stato rimandato il Salone del Mobile.

Il presidente della Regione ha poi ringraziato i medici, infermieri e tecnici di laboratorio: "Ci sono persone che sono da considerare eroiche, gente che non guarda l'orario di lavoro, gente che non torna a casa, medici che per paura di infettare la loro famiglia hanno deciso di vivere in ospedale per continuare a lavorare. A loro si deve dire grazie e questa è la dimostrazione che il sistema Lombardia funziona e che la nostra è una vera comunità".

I nuovi decessi

Tra i contagiati, purtroppo, si registrano 3 nuovi decessi: un 83 enne di Codogno (LO), un 84enne di Nembro (BG) e 91enne di San Fiorano (LO), tutti soggetti gia' in condizioni cliniche precarie. In totale in Regione sono 9. In merito ai tre decessi l'assessore Gallera ha precisato ancora una volta che "innanzitutto e' da verificare che esiste un nesso fra la morte e la positivita' al Coronavirus" e "che comunque ancora una volta stiamo parlando di persone anziane con seri problemi di salute preesitenti". Il presidente Fontana ha voluto rivolgere "un caloroso ringraziamento a tutte le persone, in particolari gli operatori della sanita' che, giorno e notte, lavorano con assoluta professionalita' impagabile impegno per affrontare questa emergenza". "A loro - ha aggiunto il governatore - va l'applauso di tutti i lombardi e piu' in generale degli italiani". Inoltre il presidente Fontana ha desiderato esprimere una "particolare vicinanza alle persone costrette a vivere nella 'zona rossa' del lodigiano. Un sentimento che e' lo stesso che mi ha chiesto di trasmettere loro, oggi ha piu' riprese, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in diverse telefonate intercorse durante la giornata".

Gli ospedali sono pienamente operativi

Rispondendo a chi gli chiedeva notizie circa l'ospedale di Codogno, l'assessore Gallera ha risposto che "sono stati sottoposti 'a tampone' tutti i medici del presidio, i medici di medicina generale e i pediatri della zona rossa". Gallera ha anche aggiunto che nessun reparto degli ospedali lombardi sta chiudendo e che quindi non c'e' nessun tipo di interruzione dell'attivita' sanitaria. Inoltre, l'assessore ha annunciato che a breve potranno processare i tamponi anche il Policlinico di Milano, l'ospedale Niguarda, e quelli di Monza, Bergamo e Brescia. Gallera ha anche sottolineato l'importanza di non interrompere le donazioni volontarie di sangue, ancora piu' importanti in un momento come questo.

Coronavirus: tutti i casi registrati

In totale, come riferito dall'assessore al Welfare Giulio Gallera nel primo pomeriggio, sono stati svolti 1.752 tamponi e i casi risultati positivi sono l'11,8%. Il 40% dei contagiati, come precisato da Gallera, si trova in ospedale ma sta bene "Solo 21 hanno una situazione particolarmente critica e compromessa e sono ricoverati in terapia intensiva, mentre altri 77 sono ricoverati in altri reparti".

"Oggi non ha senso fare tamponi a tutti, ma ha senso farli solo alle persone nelle situazioni più a rischio, che hanno alcuni sintomi, per verificare se sono legati al coronavirus", ha aggiunto Gallera spiegando che "I contatti diretti di tutti i positivi vengono messi in isolamento e devono provare la temperatura due volte al giorno. Se c'è uno stato febbrile, viene fatto il tampone in ospedale e, se risulta positivo, viene ricoverato".

Coronavirus, lo scontro tra Regione e Governo

Martedì 25 febbraio la giornata si era aperta con una polemica "interna" all'emergenza della gestione del Coronavirus. "Parole irricevibili e offensive". E ancora: "Qualcuno non ha seguito i protocolli". Dopo giorni di grande tensione, infatti, è arrivato infatti lo scontro frontale tra il premier Giuseppe Conte e il governatore della Lombardia, Attilio Fontana.

La situazione, tuttavia, sembra essere rientrata nel primo pomeriggio durante la riunione nella sede della Protezione Civile, con il premier e i ministri, il numero uno della Protezione Civile Angelo Borrelli e i governatori collegati in conference call. Il tavolo, infatti, si è aperto con la mano tesa del premier Giuseppe Conte che ha spiegato di essere stato "male interpretato" e di avere "massima fiducia" nelle Regioni. Ma stando a quanto riportato dall'Adnkronos, durante il meeting ci sono stati attimi di tensione.

Il caos, hanno raccontato alcuni presenti, è scattato quanto uno dei tecnici presenti, di Roma, ha sollevato dubbi sulla reale utilità della diffusione delle mascherine tra gli operatori sanitari. Nelle regioni alle prese con l'emergenza Coronavirus le mascherine ai medici, anche di base, vanno distribuite, quindi è necessario un significativo approvvigionamento.

Parole che sono state interpretate da alcuni governatori come una 'frenata' del governo, "come se da Roma stessero sminuendo l'importanza e l'urgenza", hanno spiegato alcuni presenti. Da lì sarebbe nata una discussione animata, con Fontana che era già sul piede di guerra — Zaia e Fedriga, raccontano, più concilianti — che avrebbe indotto il presidente del Consiglio ad allontanare i tecnici presenti. La frattura si sarebbe poi ricomposta, con le rassicurazioni del premier.

Cosa non ha funzionato a Codogno: parla l'esperto

Ci sono state polemiche ad alti livelli sulla gestione dell'allarme coronavirus da parte degli ospedali del Nord. "Ma nel caso di Codogno il problema è in parte legato alla compresenza del virus influenzale, in parte alla sfortunata coincidenza di un paziente italiano e senza apparenti fattori di rischio. Una persona che, interrogata più volte, non ha evidenziato un legame con la Cina. Questo, e il fatto che il virus influenzale circoli ancora con una certa intensità nel nostro Paese, ha portato a ciò che sappiamo". Lo ha spiegato all'Adnkronos Salute il virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco.

"Ora le cose sono cambiate: basta un'affezione respiratoria acuta per alimentare i sospetti. Il problema di Codogno e del mancato funzionamento dei filtri, che avrebbero dovuto portare a un trattamento in una struttura specializzata, come è invece successo a Roma con la coppia di cittadini cinesi allo Spallanzani, è frutto anche della sfortuna", ha insistito il virologo.

"Ora è fondamentale individuare e trattare i casi più gravi, oltre a limitare la propagazione del virus. Penso che per capire se l'azione di contenimento stia funzionando — ha concluso Pregliasco — occorrerà almeno una settimana".

Mascherine servono a qualcosa contro il coronavirus?

Le mascherine servono davvero per proteggere dal Coronavirus? La risposta, anche discretamente categorica, è arrivata martedì mattina da Walter Ricciardi, componente del comitato esecutivo dell'organizzazione mondiale della Sanità e da lunedì consigliere del ministro Roberto Speranza proprio per affrontare la diffusione del virus.

Durante il solito punto stampa, il professore - accanto al capo della protezione civile, Angelo Borrelli - ha spiegato: "Le mascherine alle persone sane non servono a niente. Servono per proteggere le persone malata da un potenziale contagio con la loro vociferazione e servono per proteggere il personale sanitario".

Stop alle tasse e tributi nei paesi della zona rossa

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha firmato il decreto ministeriale per la "sospensione degli adempimenti e i pagamenti dei tributi e delle ritenute fiscali per cittadini e imprese della cosiddetta zona rossa che stanno subendo conseguenze più pesanti" dell'emergenza coronavirus. Una misura, ha detto al Tg1, "doverosa per cittadini ai quali siamo tutti vicini". Gualtieri ha annunciato anche di avere "già concordato con Abi la sospensione delle rate dei mutui per i residenti della zona rossa". In particolare, vengono sospesi i versamenti delle imposte e delle ritenute e gli adempimenti tributari per i contribuenti e le imprese residenti o che operano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus. La sospensione riguarda anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi. Il decreto, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, riguarda i versamenti e gli adempimenti scadenti nel periodo compreso fra il 21 febbraio e il 31 marzo 2020. I Comuni interessati sono: in Lombardia Bertonico (Lodi) Casalpusterlengo (Lodi) Castelgerundo (Lodi) Castiglione D'Adda (Lodi) Codogno (Lodi) Fombio (Lodi) Maleo (Lodi) San Fiorano (Lodi) Somaglia (Lodi) Terranova dei Passerini (Lodi); in Veneto Vò (Padova).

I numeri utili

Coloro che riscontrano sintomi influenzali o problemi respiratori non devono andare in pronto soccorso, ma devono chiamare il numero verde unico regionale 800.89.45.45 che valuterà ogni singola situazione e spiegherà che cosa fare. Per informazioni generali chiamare invece il 1500, numero di pubblica utilità attivato dal Ministero della Salute. Particolare attenzione su questo punto è stata dedicata, lunedì pomeriggio, da parte di Fontana e Gallera, che hanno sottolineato che il 112 non va assolutamente intasato per chiedere informazioni.

Ordinanza della regione per Coronavirus

Nella tarda mattinata di domenica è stato lo stesso Fontana, insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, a firmare un'ordinanza speciale che decreta la chiusura di tutti "i luoghi di aggregazione" e la sospensione di tutti gli eventi. 

L'ordinanza è valida per tutto il territorio regionale fino a "nuovo ordine". Saranno chiusi cinema, teatri, scuole, "musei e altri luoghi di cultura" e dalle 18 saranno chiusi al pubblico pub, bar e discoteche. Sospese anche le celebrazioni religiose e gli appuntamenti sportivi.

Coronavirus, mezzi Atm regolari modifiche ai treni Trenord

Regolarmente in funzione, invece, i trasporti pubblici. Nella tarda serata di domenica, Atm ha fatto sapere che "in accordo con quanto indicato dalle autorità, domani - lunedì - il servizio di trasporto pubblico Atm sarà attivo su tutta la rete. Daremo aggiornamenti in tempo reale e informazioni sul nostro sito e sull'app". 

La stessa azienda ha annunciato che "stiamo svolgendo una sanificazione straordinaria quotidiana dei mezzi in circolazione".

Anche Trenord è impegnata nella sanificazione dei suoi treni. Per questo, e considerando la riduzione dei passeggeri, sono stati cancellati molti treni (qui tutte le info).

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