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Coronavirus, 'luce in fondo al tunnel': trend dei contagi in calo, via a sperimentazione Avigan

Gallera: "Forse è la prima giornata positiva di questo mese duro, durissimo". Tutti i dati

Altra giornata di lotta al Coronavirus per Milano e la Lombardia quella di lunedì 23 marzo. Finalmente sembra esserci qualche buona notizia e - per dirla con le parole dell'assessore al Welfare, Giulio Gallera - "si vede la luce in fondo al tunnel". 

I dati, infatti, confermano il trend già rilevato nelle 24 ore precedenti e i contagi, pur continuando a salire, sembrano crescere in maniera decisamente più lenta rispetto ai giorni precedenti. 

Coronavirus, contagi e morti in Lombardia

"Ieri abbiamo dato un numero ed eravamo moderatamente ottimisti e avevamo detto che c'era un trend in calo e oggi si conferma da tanti punti di vista - le parole di Gallera nella conferenza stampa delle 18 -. Oggi forse è la prima giornata positiva di questo mese duro, durissimo. Non è ancora il momento di cantare vittoria, né di rilassarci, anzi è il momento in cui essere ancora più concentrati di sempre, ma una luce in fondo al tunnel la vediamo".
  
I casi positivi sono 28.761 in tutta la regione, con un aumento di 1.555 in 24 ore, un "incremento che è in discesa". Il "dato più bello", ha spiegato Gallera, arriva dai ricoverati, che sono 9.256, "mentre ieri erano 9.439". È "il primo dato negativo nel senso che abbiamo -173 rispetto a ieri, il numero dei ricoverati scende e quindi è un numero negativo che è estremamente positivo", ha esultato l'assessore. 

I ricoverati in terapia intensiva aumentato di 41 unità - arrivando a 1.183 -, "ma siamo a 1.350 posti di terapia intensiva, un numero enorme, dato che abbiamo quasi raddoppiato le terapie intensive". I morti sono invece 3.776, con un aumento di 320: "È un dato sempre in crescita - ha detto Gallera -, ma cresce meno rispetto ai giorni precedenti".

Coronavirus, i numeri dei contagi a Milano

Tiene anche Milano. Nelle ultime 24 ore i contagi nella città metropolitana sono aumentati di 230, arrivando a 5.236. A Milano città, invece, i positivi sono 2.176, con una crescita di 136 nelle ultime 24 ore. 

Sono dati che rispecchiano la tendenza regionale, come confermato da Gallera, e sembra - per fortuna - che la "diga" di Milano stia riuscendo a tenere, arginando la diffusione del virus. 

"Primi risultati dei nostri grandi sforzi"

Questa - ha commentato Gallera - è "la giornata che vede maturare i grandi sforzi che abbiamo iniziato a fare lunedì 10, forse stiamo vedendo i frutti. È il secondo giorno che i dati sono positivi, aspettiamo di vedere i prossimi due giorni perché i dati vanno visti in un arco temporale più ampio però abbiamo dati in diminuzione da tre giorni". 

E ancora: "Dal territorio mi dicono di una riduzione di accessi al pronto soccorso, è minima. È una situazione molto complicata e gli ospedali sono saturi ma il fatto che si riducano i dati aiuta il morale di chi lavora sul territorio, aiuta noi amministratori e noi cittadini perché vuol dire che i sacrifici stanno facendo maturare dei risultati".

Via alla sperimentazione dell'Avigan

E speranze arrivano non solo dai numeri. "Voglio dare una buona notizia, il nuovo farmaco Avigan - non si sa se funzioni o non funzioni - adesso potrà essere testato grazie all'intervento di Caparini, del presidente Aifa e alle sollecitazioni che abbiamo inviato a Roma perché venisse immediatamente sottoposto a provvedimenti", ha annunciato il presidente di regione, Attilio Fontana. Lui stesso ha poi evidenziato che "la sperimentazione inizierà domani" per capire se il "favipiravir" - il principio attivo dell'Avigan - sia effettivamente utile per debellare il virus.

"È un farmaco da banco dal 2014 per la lotta all'influenza - ha spiegato l'assessore al bilancio Davide Caparini -. E stato testato su 80 pazienti in Giappone e ha dato risultati positivi, comunque tutti da verificare. Ricordiamo tutti - ha concluso - è importante pensare positivo ed essere fiduciosi e confidenti nella ricerca ma va testato e sperimentato".

Medici di base per monitorare i positivi

"I dati di oggi sembrano abbastanza in linea con quelli di ieri - aveva già annunciato lunedì mattina il presidente Fontana -. Non lo dico, ma...", aveva continuato lasciando intravedere un cauto ottimismo. 

"La giunta ha approvato una delibera che va coinvolgere i medici di base nel monitoraggio delle persone nelle loro abitazioni, sia i positivi, sia chi ha piccoli sintomi, così da essere costantemente seguite - aveva poi annunciato il governatore -. E previsto l'isolamento di tutti i positivi nelle strutture già approntate come gli ospedali militari, sia negli alberghi". 

Quindi, un passaggio proprio sull'Avigan, il farmaco giapponese potenzialmente utile nella lotta al virus: "Dato che sono questioni rigorosamente scientifiche devono essere sottoposte a sperimentazione, che dopo il recente decreto legge non può essere effettuata a livello regionale ma esclusivamente da Aifa - aveva sottolineato Fontana -. Quindi non possiamo fare sperimentazioni sul territorio regionale, che avremmo voluto fare, e scriverò al ministro Speranza per accelerare". Un'accelerazione che è poi arrivata.

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Attiva la terapia intensiva del San Raffaele

Così come dal San Raffaele è arrivata una mano al sistema sanitario lombardo. È già pronta, infatti, la nuova terapia intensiva dell'ospedale, creata da zero per rispondere all'emergenza Coronavirus. Il miracolo è riuscito e ad annunciarlo è stato lo stesso ospedale: "La nuova terapia intensiva dell'Ospedale San Raffaele costruita in tempo record, solo 8 giorni, per l’emergenza coronavirus è ufficialmente pronta. Da lunedì 23 marzo accoglierà i malati gravi Covid19", si legge in una nota dell'Irccs di lunedì mattina. 

"La costruzione, realizzata nei campi sportivi dell’UniSr, è stata interamente finanziata con le donazioni ricevute e con la raccolta fondi lanciata dai Ferragnez su gofundme.com. Grazie ancora a Fedez e Chiara Ferragni e ai 200mila donatori che in Italia e all’estero hanno offerto il loro contributo. Grazie - proseguono dall'ospedale - anche a chi ha lavorato senza sosta per trasformare una speranza in realtà.

Ospedale in Fiera pronto "entro fine settimana"

Domenica - giorno in cui a Milano è arrivata la "brigata" di medici cubani - un altro barlume di speranza era giunto anche dall'ospedale in Fiera, che sarà un vero e proprio hub di riferimento nazionale per le cure contro il Coronavirus. 

"C'è un grande gioco di squadra che sta funzionando e che ci fa dire che entro la fine della prossima settimana siamo ottimisti nell'immaginare l'apertura dei primi quattro moduli di questo grande centro di rianimazione che poi andrà avanti fino ad arrivare ad oltre 250 letti", aveva annunciato in un video pubblicato su facebook Guido Bertolaso, consulente del governatore lombardo Attilio Fontana.

Lunedì mattina, un'altra conferma: "L'ospedale in Fiera sta procedendo - ha evidenziato Fontana -. Abbiamo fatto una ricognizione e tutto va avanti nel rispetto dei tempi".

Requisiti due hotel a Milano, "per la quarantena"

In campo è sceso anche il comune. Domenica, infatti, il sindaco di Milano, Beppe Sala, aveva annunciato che l'hotel Michelangelo - vicino alla stazione Centrale - ospiterà i pazienti dimessi dagli ospedali ma non ancora del tutto "negativizzati" dopo essere stato "requisito". Stessa sorte, ha fatto sapere lunedì mattina il sindaco, anche per l'ostello della gioventù al Qt8. 

"Inizia una nuova settimana di lavoro, che parte da un principio molto semplice: dobbiamo occuparci e preoccuparci per la malattia, ma soprattutto dobbiamo prenderci cura delle persone", ha spiegato il primo cittadino nella solita diretta Facebook. 

"Vi faccio alcuni esempi delle azioni: c'è una nuova rete di volontari, sono circa 250 per lo più giovani, che sono stati formati e attrezzati per poter entrare nelle case degli anziani per portare la spesa, medicine, piccole commissioni o anche solo per fare due chiacchiere. Poi c'è una nuova struttura di un centinaio di volontari che portano a casa i pacchi alimentari e sarà a beneficio di circa 7mila nostri concittadini".

Uno spazio per bimbi con genitori ricoverati

"In più parliamo di luoghi - ha proseguito Sala -. Ho raccontato dell'hotel Michelangelo, ma nei prossimi giorni aggiungiamo una struttura del genere, in particolare l'Ostello della gioventù al Qt8, 200 camere" che saranno utilizzate per la quarantena

"In via Carbonia, con Emergency, stiamo attrezzando un nuovo spazio con una 50ina di camere - ha chiarito il sindaco -. Infine una piccola ma meravigliosa iniziativa: con la cooperativa 'La cordata' in via Zumbini accoglieremo bambini e bambine i cui genitori sono in questo momento ricoverati. Questo è il nostro incessante sforzo, è chiaro che in questi giorni i medici e gli infermieri sono i nostri eroi, ma oggi ci tenevo molto - ha concluso il primo cittadino - a ricordare la grande struttura del volontariato milanese che sta facendo la sua parte".

A Milano 5mila mascherine per medici e pediatri

Proprio palazzo Marino ha deciso di donare 5mila mascherine a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. "Lunedì e martedì, tra le ore 11 e le 17, ciascuno di loro potrà ritirare cinque mascherine e un flacone da 3 litri di sanitizzante - si legge in una nota del comune -, donato da Branca, presso i sette hub temporanei che il Comune di Milano ha allestito, insieme alle associazioni del Terzo settore, per fronteggiare l'emergenza".

“Continuiamo a lavorare incessantemente per raccogliere offerte e donazioni che ci arrivano dalle tante città, società, associazioni, singoli cittadini, comunità nazionali e internazionali che vogliono aiutarci ad affrontare questa emergenza. E redistribuiamo ciò che arriva a chi ne ha più bisogno in questo periodo", ha commentato la vicesindaco Anna Scavuzzo.

Coronavirus, gli aerei per "sorvegliare" Milano 

E la guerra al Coronavirus si combatte anche dall'alto. O almeno si potrebbe. L'Aero club Milano ha infatti deciso di offrire al comune e a regione Lombardia l'utilizzo gratuito dei propri velivoli e i servizi dei propri istruttori per dare una mano nella lotta al contenimento dei contagi

"Con una comunicazione inviata al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ed al Sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente di Aero Club Milano Avvocato Antonio Giuffrida ha offerto la piena disponibilità, immediata e gratuita, dei velivoli e dei piloti istruttori basati presso l’aeroporto Bordoni di Milano-Bresso", si legge in una nota dell'associazione diffusa lunedì pomeriggio.

"Con una flotta di 18 aeromobili da turismo, Aero Club Milano, ospitando a bordo funzionari di Polizia o della Protezione Civile, può effettuare sorveglianza del territorio, collegamenti e trasporti leggeri di personale e materiale sanitario, atterrando su ogni struttura aeroportuale comprese aviosuperfici, aeroporti minori, ovvero contando su una rete capillare composta da centinaia di aerodromi sul territorio nazionale". 

Il personale Ata: "Nostra salute a rischio"

Lunedì è stata anche la giornata in cui è esplosa la rabbia del personale Ata: "una platea di circa 30mila persone in Lombardia, molte delle quali continuano a recarsi sul posto di lavoro". Perché gli istituti saranno anche chiusi, a causa dell'emergenza Coronvirus, "ma non per tutti". 

A denunciarlo, con una nota stampa, è stato Tobia Sertori, segretario di Flc Cgil Lombardia. "Lo ribadiamo da tempo e i vari Dpcm, le ordinanze e le note del ministero dell’Istruzione hanno precisato che nelle scuole si può e si deve garantire il diritto allo studio degli studenti e i servizi a supporto con la riorganizzazione del lavoro senza la presenza fisica a scuola", ha sottolineato il sindacalista.

"È compito dei dirigenti scolastici limitare il più possibile la presenza fisica del personale sul posto di lavoro - ha concluso -, assicurando esclusivamente le attività indifferibili ed erogabili solo in presenza, ad esempio la cura degli animali nelle aziende agrarie, consentire agli alunni di recuperare i libri a scuola previo appuntamento telefonico". 

Coronavirus, la stretta del governo: "tutto" chiuso

Domenica sera, dopo le parole alla Nazione di sabato, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva firmato il nuovo decreto che chiude tutte le attività non essenziali in Italia. 

L'elenco delle attività aperte e di quelle chiuse

La serrata vale per - aveva spiegato il premier in diretta Facebook - tuttio cio che non  è "necessario, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali". 

"Non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati: invito tutti a mantenere la massima calma, non c'è ragione di fare una corsa agli acquisti, non c'è ragione di creare code". Aperte anche farmacie, parafarmacie e - aveva spiegato Conte - "continueremo a garantire i servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari, assicureremo tutti i servizi pubblici essenziali, ad esempio i trasporti, e le attività connesse a quelle essenziali".

"Al di fuori delle attività essenziali, consentiremo solo il lavoro in smart working e consentiremo solo le attività produttive ritenute comunque rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo del Paese - aveva concluso -, ma non lo fermiamo. È una decisione che si rende necessaria oggi per cercare di contenere l'emergenza". 

Divieto di spostarsi tra comuni

Prima ancora che il nuovo decreto arrivasse in Gazzetta Ufficiale, dal ministero della Salute e dell'Interno era arrivato un ulteriore provvedimento.

"Da oggi - si legge nel documento - è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in Comune diverso da quello in cui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute".

In sostanza è vietato - ma nella pratica lo era già - spostarsi da un comune all'altro se non per gli ormai famosi "validi motivi", già contenuti nel primo decreto che aveva trasformato tutta l'Italia in una zona rossa

Fontana: "Seguite l'ordinanza di regione Lombardia"

A stretto giro di posta domenica sera, proprio dopo la firma del nuovo decreto, era arrivata la reazione del governatore, Attilio Fontana. "Rivolgendomi a tutti i lombardi, dico loro di considerare valida e efficace l'ordinanza che ho firmato ed emanato per tutta la nostra regione - le sue parole -. Nella stessa sono contenuti elementi certi e chiari, sia dal punto di vista delle prescrizioni, sia per quanto riguarda le tempistiche". 

Sabato 21 marzo, infatti, dal Pirellone era arrivato un nuovo provvedimento che, in sostanza, vietava di fare sport all'aperto, stabiliva lo stop alle attività produttive - attraverso le associazioni di impresa - e dichiarava il divieto di qualsiasi assembramento all'aperto, pena una multa fino a 5mila euro.

"Nell'ordinanza regionale ci sono delle limitazioni maggiori - ha ribadito lunedì mattina il presidente -. Io ho già chiesto un parere all'ufficio legale e a giuristi e la risposta è che deve prevalere l'ordinanza regionale. In ogni caso credo che non ci debba essere nessun tipo di conflitto e ho mandato una richiesta formale al ministro Lamorgese per chiedere che il ministero esprima il suo parere e ci dica formalmente se si deve applicare la mia ordinanza o il decreto. Questo - ha evidenziato Fontana - perché i cittadini hanno bisogno di avere certezze". 

Coronavirus, i divieti in Lombardia

Il decreto del presidente Fontana, emanata prima di quello dell'esecutivo, amplia le decisioni del Governo con ulteriori interventi tra i quali:

  • Il divieto di assembramento nei luoghi pubblici, fatto salvo il distanziamento (droplet), e conseguente ammenda fino a 5 mila euro;

  • La sospensione dell'attività degli Uffici Pubblici, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;

  • La sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali;

  • La sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti;

  • La sospensione delle attività inerenti ai servizi alla persona;

  • La chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza;

  • La chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell'emergenza. Gli ospiti già presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all'entrata in vigore dell'ordinanza;

  • Il fermo delle attività nei cantieri edili. Sono esclusi dai divieti quelli legati alle attività di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari;

  • La chiusura dei distributori automatici cosiddetti 'h24' che distribuiscono bevande e alimenti confezionati;

  • Il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all'aperto, anche singolarmente.

  • Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie, ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Aperti anche i tabaccai, ma solo per vendere valori bollati e generi di monopolio. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea.

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