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Coronavirus

Milano, l'infermiera simbolo della lotta al covid è stata premiata al Festival di Venezia

Alessia Bonari, che lavora in un ospedale di Milano, è stata premiata come 'Personaggio dell’anno'

La foto dell’infermiera di Grosseto Alessia Bonari con il volto duramente provato dalla fatica e segnato dai lividi della mascherina e delle lenti protettive necessari per proteggerla dal coronavirus, rimarrà nell’immaginario collettivo come simbolo iconico del periodo di piena emergenza sanitaria. Al  Festival del Cinema di Venezia, come emblema di speranza verso una graduale e definitiva uscita dal periodo più buio segnato dalla pandemia, quello stesso volto era illuminato da un sorriso radioso, tra i protagonisti assoluti della serata della nota rassegna cinematografica.

Alessia Bonari: l'infermiera di Grosseto al Festival di Venezia

L’infermiera 23enne è stata infatti premiata come 'Personaggio dell’anno'. Fasciata in un raffinatissimo abito nero, Alessia ha rivolto ai fotografi lo sguardo timido di chi ai flash non è abituata, dedita com’è a una quotidianità tanto lontana dai riflettori quanto indispensabile alla vita di una collettività che ha solo da dire grazie a chi, come lei, c’è stato e continuerà ad esserci. "Grazie Venezia per tutto l'affetto ricevuto, ma soprattutto grazie alla mia Italia", scrive su Instagram Bonari.

La foto dell'infermiera con i segni della mascherina

A marzo scorso, nel picco dell’allarme sanitario che gettava nel panico l’Italia intera, Alessia Bonari lanciava su Instagram un appello che a colpi di like diffondeva la carica virale dell’impegno infaticabile di tutta la categoria del personale sanitario italiano.

"Sono un'infermiera e in questo momento mi trovo ad affrontare questa emergenza sanitaria. Ho paura anche io, ma non di andare a fare la spesa, ho paura di andare a lavoro. Ho paura perché la mascherina potrebbe non aderire bene al viso, o potrei essermi toccata accidentalmente con i guanti sporchi, o magari le lenti non mi coprono nel tutto gli occhi e qualcosa potrebbe essere passato", scriveva la 23enne di Grosseto in servizio a Milano, a corredo del primo piano del suo volto sconvolto dalla stanchezza e dai lividi della mascherina.

"Sono stanca psicologicamente, e come me lo sono tutti i miei colleghi che da settimane si trovano nella mia stessa condizione, ma questo non ci impedirà di svolgere il nostro lavoro come abbiamo sempre fatto”, si leggeva ancora, fino al messaggio definitivo: "Quello che chiedo a chiunque stia leggendo questo post è di non vanificare lo sforzo che stiamo facendo, di essere altruisti, di stare in casa e così proteggere chi è più fragile (…) Voi fate la vostra, ve lo chiedo per favore".

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