rotate-mobile
Coronavirus

La procura chiede di archiviare l'indagine sul Trivulzio per la "strage dei nonni"

Ravvisate alcune zone d'ombra ma non responsabilità penali

La procura di Milano chiede l'archiviazione per gli amministratori di otto Rsa, tra cui il Pio Albergo Trivulzio. Se il gip l'accoglierà, sarà l'epilogo dell'inchiesta aperta quindici mesi fa, relativa alle numerose persone morte per covid nelle strutture di lunga degenza per anziani e disabili.

"I consulenti tecnici non hanno riscontrato, a seguito dell'esame della documentazione anche clinica, carenze di assistenza sanitaria da parte delle strutture del Pat agli ospiti che sviluppavano la malattia", si legge nella richiesta d'archiviazione firmata dai pm Mauro Clerici e Francesco de Tommasi: "Anche per quanto riguarda gli aspetti assistenziali generali, sebbene siano risultate evidenti le difficoltà determinate dalla scarsità di personale per gli infortuni dovid 19 e le quarantene, neppure risultano accertate significative carenze assistenziali di ordine più generale, che possano con verosimiglianza avere inciso due contagi dei singoli soggetti".

Le relazioni dei consulenti tecnici, inoltre, "indicano comunque una carenza oggettiva, rispetto alle necessità di intervento richieste dal diffondersi dell'infezione, delle misure messe in atto dal Pat nel primo periodo dell'epidemia", cioè "fin verso la fine di marzo 2020, per quanto attiene distribuzione di Dpi adeguati, formazione dei dipendenti, tracciamento del contagio, conseguenti provvedimenti di isolamento e contenimento". Si legge ancora, nella richiesta d'archiviazione, che l'adozione tempestiva di queste misure "avrebbe con ogni verosimiglianza limitato la diffusione del contagio all'interno del Pat". Tuttavia, per i magistrati si tratta di . elementi non sufficienti per dimostrare l'accusa di epidemia colposa.

Reportage: Rsa, racconto di una strage

Gli esposti dei parenti degli anziani facevano riferimento all'assenza di adeguati dispositivi di prevenzione all'inizio della pandemia covid. I magistrati della procura ritengono ora che non vi siano state condotte tali da procurare l'impennata di vittime, anche se l'inchiesta ha comunque evidenziato parecchie 'zone d'ombra'.

Tra gennaio e aprile 2020, al Trivulzio si sono verificate 300 morti, 114 in più rispetto alla media dello stesso periodo negli anni dal 2015 al 2019. Secondo alcune testimonianze, intorno a metà marzo 2020 (quindi con l'Italia già in lockdown) al Trivulzio sarebbe stato imposto ad alcuni operatori di non indossre mascherine "per non spaventare i pazienti", anche se nessun ordine fu dato in tal senso per iscritto.

"In questi diciotto mesi d'indagini - reagisce l'Associazione Felicita, che raccoglie parenti di vittime del covid nelle Rsa lombarde - abbiamo assistito alla diffusa rimozione della tragedia nell’intento di cancellare il conflitto tra gli interessi dei cittadini direttamente colpiti e i diversi interessi delle parti economiche, politiche e istituzionali a vario titolo coinvolte nella catena di responsabilità".

"Quante morti si sarebbero potute evitare se ci fosse stata una risposta più adeguata all’epidemia nella gestione e nell’organizzazione delle strutture? A questa domanda che per mesi è rimbalzata su media e tra l’opinione pubblica, oggi sembra superfluo rispondere e la procura ha deciso di non perseguire una risposta", conclude amaramente la nota dell'associazione.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La procura chiede di archiviare l'indagine sul Trivulzio per la "strage dei nonni"

MilanoToday è in caricamento