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No, "non andrà tutto bene": con il Coronavirus muoiono anche asili, scuole (e l'istruzione)

Il grido d'allarme del comitato EduChiAmo: "Così nidi e scuole materne chiudono". La storia

Nel nome che hanno scelto è riassunto perfettamente l'amore per il lavoro che fanno: una vocazione per loro, quasi una missione. Nelle parole che pronunciano, invece, ci sono la rabbia e la frustrazione perché si sentono abbandonati dalle istituzioni, lasciati soli con i loro bimbi, e perché davanti a sé vedono un futuro nero, nerissimo. 

Loro sono gli educatori e i proprietari di asili nidi e scuole materne in giro per l'Italia, che si sono riuniti nel comitato "EduChiAmo", un'unione di più termini che riassume proprio quella vocazione di educare chi si ama. Da giorni ormai le loro strutture sono chiuse, svuotate dall'emergenza Coronavirus, e la vera paura, l'incubo, è che vuote ci rimangano per sempre senza l'aiuto economico del governo. 

"Per i bambini in età prescolare e per i loro genitori non andrà tutto bene", dice Cinzia d’Alessandro, itolare del nido e scuola d’infanzia La Locomotiva di Momo di Milano e portavoce nazionale del comitato. "Alla fine dell’emergenza sanitaria, la gran parte delle famiglie che affidano i loro bambini a scuole materne e asili nido privati troverà i cancelli chiusi: in mancanza di aiuti pubblici, le rette non pagate stanno già minando la sopravvivenza di queste strutture educative", sottolinea.

La "guerra" al Coronavirus, pagano gli asili

E maestri e titolari non si fanno problemi a parlare di "guerra". "Quello che si sta configurando è uno scenario di guerra tra genitori ed educatrici, spesso direttamente titolari di strutture, che brucia anni di lavoro attento per costruire relazioni e alleanze tra i servizi e le famiglie", l'amara riflessione della D'Alessandro, che con il "suo" comitato vuole rivolgersi anche anche ai genitori perché - dice - "è terribile che ci sia questo clima".

"Non è immaginabile che, nel prossimo futuro, i bambini si ritrovino a giocare tra le macerie di quei luoghi che hanno garantito il loro benessere e la crescita educativa e che un domani, al momento della ripresa lavorativa, i genitori - prosegue - non abbiano una rete di servizi essenziali sui quali contare". 

"Quello dei servizi privati per i bambini non è un settore di nicchia - evidenziano da EduChiAmo -. nella fascia d’età che precede la scuola dell’obbligo, la metà della popolazione scolastica del Paese frequenta strutture private, a integrazione di strutture pubbliche insufficienti per soddisfare la domanda di servizi per la fascia tra zero e sei anni. Parliamo dunque di un polmone di cui l’Italia non può fare a meno e di una conquista sociale per i diritti delle madri lavoratrici".

Foto - La challenge "trova cose rosse"

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Le scuole "diversamente aperte"

E in attesa di un aiuto, di una risposta dal governo, le educatrici hanno trasformato asili e scuole in strutture "diversamente" aperte perché hanno la certezza - spiega la D'Alessandro - che "i nidi e le scuole dell’infanzia svolgono un ruolo determinante nello sviluppo dei bambini negli anni più ricettivi, sia da un punto di vista del potenziale cognitivo che socio emozionale".

Per questo, anche se gli edifici sono chiusi, insegnanti e coordinatori pedagogici non si sono mai fermati ed astenuti dal lavorare e anzi hanno avuto la capacità "di inventare soluzioni create ad hoc per questa emergenza, tarate per rispondere ad un bisogno e non ad un obbligo, se non etico, verso i piccoli utenti e le loro famiglie", che devono sentire "che il loro nido c’è, che la loro scuola c’è". 

Le challenge in casa per i bimbi

Così, per i piccoli in giro per l'Italia ogni giorno c'è un appuntamento nuovo, che il comitato sta raccogliendo in un gruppo - si chiama "servizi 0-6 diversamente aperti" -, nel quale i nidi e le scuole possono pubblicare le azioni svolte a distanza.

La locomotiva di Momo non fa eccezione e le "lezioni", un po' particolari, vanno avanti: dai due video quotidiani che le educatrici dedicano loro con canzoni e storie fino alle classi virtuali per stare insieme - anche se a distanza -, passando per le tante "challenge" che la stessa D'Alessandro organizza per i bimbi. 

Negli ultimi giorni i baby alunni hanno giocato in casa cercando cose rosse, realizzando un dolce con 10 ingredienti, disegnando a occhi bendati, facendo un mosaico o creando un percorso per ninja. Ognuno di loro poi ha voluto mandare una foto alla propria maestra, il loro punto di riferimento. Anche se per qualcuno gli educatori sembrano essere invisibili. 

Foto - La challenge "disegna a occhi chiusi"

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