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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Trivulzio, ondata di assenteismo durante l'emergenza covid: anche il 60% a casa

E' emerso dalla relazione della commissione regionale di verifica. Il dg della Sanità Trivelli: «Grave e distonico rispetto a quanto fatto dai sanitari in altre strutture»

Durante l'emergenza sanitaria da covid-19 c'è stato un «fenomeno di grave assenteismo» tra gli operatori sanitari del Pio Albergo Trivulzio. Lo ha scritto il nuovo direttore generale della sanità lombarda, Marco Trivelli, recentemente nomnato al posto di Luigi Cajazzo, nella relazione della commissione di verifica. E' emerso in particolare, su 900 operatori, un tasso d'assenteismo del 57% con picchi del 65% in alcuni reparti, a fronte del 30% di assenze registrato verso fine febbraio, appena prima dell'emergenza. Al Trivulzio sono morti circa 300 anziani in quattro mesi.

Un incremento anomalo e, per Trivelli, «distonico rispetto a come in generale gran parte degli operatori sanitari ha agito». Tra il personale assente durante il pieno dell'emergenza, soltanto il 9% risulta segnalato all'Inail come "infortunio covid". Secondo Trivelli i numeri «pongono il tema di chi è il Pat, una struttura che sembra di tutti e di nessuno». Il direttore generale ammette che «non si può chiedere a tutti di essere in prima linea» ma i dati sono comunque gravi nel Pat rispetto a ciò che è avvenuto in generale nelle strutture, con operatori sanitari che hanno risposto «generoso, deciso e creativo».

La denuncia: «Togli la mascherina o ti licenziamo»

Non risultano invece alla commissione ricostruzioni secondo cui al Trivulzio ci fosse il divieto di trasferire pazienti al pronto soccorso e, per il personale, a indossare le mascherine. Lo ha riferito Vittorio Demicheli, diirettore generale di Ats Milano, presidente della commissione regionale. Sono stati infatti riscontrati quattordici trasferimenti dal Trivulzio a ospedali cittadini.

I parenti delle vittime: «Delusi dai risultati della commissione»

Non ci stanno i parenti delle vittime di covid al Trivulzio. Alessandro Azzoni, presidente dell'associazione Felicita, si dichiara deluso per i risultati presentati dalla commissione. «Ats - si legge in una nota - è responsabile di non aver effettuato i controlli di sua competenza sull’organizzazione e la gestione della struttura da parte della dirigenza del Pat. E' un dato di fatto come non siano state accertate nella relazione le carenti procedure interne della direzione considerata l’assenza del documento valutazione rischi obbligatorio e d’importanza fondamentale dal punto di visto operativo».

I parenti delle vittime notano che la commissione «non eccepisce alcunché rispetto alla mancanza di un documento aggiornato volto a contemplare tutti i rischi per i lavoratori del Pat. La correttezza delle procedure e dei protocolli interni per strutture come il Trivulzio avrebbe potuto fare la differenza rispetto alle garanzie di tutela della salute e della sicurezza sia dei pazienti, sia del personale sanitario».

L'associazione parla di «scelte organizzative irresponsabili della direzione del Pat» che «hanno portato a un’assenza del principio di cautela in particolare per quanto concerne l’adozione dei dpi per il personale prima del 23 marzo». 

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