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La scuola dopo il Covid, a Milano le aule non bastano: 'Serve almeno il 20% di spazio in più'

Con le linee guida del governo le aule di Milano non basteranno ad accogliere gli studenti

Spazi che mancano e vanno trovati, necessariamente. Organico che rischia di essere carente. E la paura che qualcuno resti indietro. A Milano la ripartenza della scuola, dopo lo stop forzato a causa dell'emergenza Coronavirus, assomiglia sempre più a un percorso a ostacoli. Martedì sono arrivate le prime linee guida del governo e la data cerchiata in rosso sul calendario è quella del 14 settembre, ma adesso il problema è farsi trovare pronti per quel giorno. 

Perché il distanziamento tra gli alunni andrà rispettato sempre e comunque e questo pone sul tavolo un grande quesito: il capoluogo lombardo ha abbastanza spazi?. La risposta sembrerebbe essere "no". A spiegarlo è l'assessore comunale all'edilizia scolastica, Paolo Limonta, che sta incontrando tutti i presidi per fare il punto della situazione e che non nasconde qualche preoccupazione. In vista del prossimo anno scolastico, con il ritorno delle lezioni in presenza, mancherebbe infatti almeno il 20% dello spazio per accogliere tutti i ragazzi che frequentano le scuole comunali, quindi elementari e medie. 

"Nell'ipotesi di dimezzamento dei bambini per classe, dalle prime verifiche è emersa la necessità di avere almeno un 20& in più di spazi ulteriori, esterni agli edifici scolastici", ha sottolineato Limonta, maestro anche lui. "E questo - ha rimarcato - contando già in parte sull'utilizzo di altre aule nelle scuole o di laboratori, che comunque non devono essere totalmente sacrificati perché fanno parte dell'importante percorso di crescita degli alunni". L'idea su cui ragionano a palazzo Marino è usare spazi limitrofi alle scuole come oratori o biblioteche o allestire strutture temporanee, che comunque vanno dotate di tutti gli arredi e gli impianti necessari. 

"Governo in ritardo, così lezioni a rischio"

E non è tutto. Perché nel piano scuola dell'esecutivo, secondo Limonta, "continuano a mancare due voci fondamentali di cui il governo si deve far carico. La garanzia del pieno organico di tutto il personale docente e non docente ad ogni scuola perché allo stato attuale l’organico non è adeguato e anzi sono stati operati addirittura ulteriori tagli e lo stanziamento, adesso e non tra qualche mese, di risorse straordinarie agli enti locali per l’edilizia scolastica".

"Nel documento leggo che gli enti locali sono stati dotati di appositi finanziamenti finalizzati allo scopo. Forse sono un pessimo amministratore pubblico, ma sinceramente non me ne sono accorto. Verificherò meglio - ha detto l'assessore con un filo di sarcasmo -. Comunque in questi giorni sto incontrando in video tutti i Dirigenti Scolastici di Milano, municipio per municipio, per definire con loro una mappatura degli spazi interni ed esterni delle loro scuole in vista della riapertura a settembre. E, nel frattempo, sto moltiplicando i sopralluoghi nelle scuole per cercare di risolvere il più possibile le criticità che ci sono e su cui dobbiamo intervenire", ha ribadito. 

"La preoccupazione più evidente dei Dirigenti Scolastici è proprio quella di ritrovarsi da soli ad affrontare la riapertura delle scuole a settembre. Da parte dell’Amministrazione Comunale sanno benissimo che non saranno lasciati soli. Nelle prime righe del documento c’è scritto: «Sulla base dell’esperienza dettata dalla pandemia, sarà necessario trasformare le difficoltà di un determinato momento storico in un vero e proprio volano per la ripartenza e per l’innovazione». Mettendo al centro, aggiungo io, i diritti e il benessere di tutti quelli che vivono la scuola tutti i giorni. Senza discriminazioni, senza esclusioni, senza limitazioni al diritto di bambine e bambini, di ragazze e ragazzi di vivere e crescere in luoghi belli e sicuri che costruiscano comunità e non perdano nessuno. E che continuino ad avere un’anima", ha auspicato Limonta. 

"Vediamo però di starci tutti in questo percorso. Perché se la ripartenza della scuola è una priorità per il Paese, lo deve essere anche per tutte le sue diramazioni politico amministrative. Con impegni forti e concreti che si coniughino con l’esplicitazione di buone pratiche. Siamo ancora in tempo - ha concluso -, ma occorre farlo subito". 

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