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Bollettino Coronavirus Lombardia: 157 positivi ma 741 guariti, 18 persone morte in un giorno

Ecco il bollettino ufficiale di regione Lombardia sul Coronavirus di venerdì 19 giugno

Altra giornata di battaglia al Coronavirus in Lombardia, che da ormai quattro mesi fa i conti con l'epidemia. Stando a quanto riportato nell'ultimo bollettino di regione Lombardia, arrivato alle 17.50 di venerdì 19 giugno, nelle ultime 24 ore sono stati scoperti 157 positivi su 10.464 tamponi analizzati.

"Dei 157 casi positivi riscontrati oggi, 94 sono determinati da tamponi eseguiti a seguito della positività allo screening sierologico. Si tratta quindi di persone con sintomatologia pregressa, il cui esito del tampone è risultato 'debolmente positivo'. Otto casi invece sono riferiti a ospiti delle Rsa e 4 a operatori socio sanitari", ha spiegato l'assessore al Welfare di regione Lombardia, Giulio Gallera. 

I positivi totali dall'inizio dell'epidemia sono 92.675, mentre gli attualmente positivi sono 14.045. Nelle ultime 24 ore sono guarite 741 persone, le terapie intensive sono rimaste stabili a 60 pazienti, mentre i ricoveri ordinari sono calati di 136. I decessi sono stati 18, con il conteggio dei morti da Coronavirus che arriva alla tragica cifra di 16.534 persone.

A Milano e provincia i casi delle ultime 24 ore sono stati 43, per un totale di 24.061. Soltanto sotto la Madonnina i nuovi positivi sono stati invece 22, che portano il totale 10.230 da inizio epidemia. 

Coronavirus, numeri in discesa

Dopo la "bomba atomica" iniziale, come l'hanno più volta definita i vertici regionali, la curva dei contagi sta quindi continuando a scendere verso il basso con costanza senza più picchi nonostante il passaggio alla "nuova normalità" con le riaperture di negozi, aziende e confini regionali. 

Il rapporto tra tamponi giornalieri e nuovi positivi si è attestato quotidianamente attorno a una media del 2%, un dato su cui incidono anche i controlli che vengono effettuati dopo i test sierologici fatti proprio per la campagna di screening voluta dal Pirellone. 

Inoltre, ed è un dato che fa ben sperare, negli ultimi giorni si parla sempre più - è la definizione testuale usata da regione Lombardia - di casi "debolmente positivi", persone che hanno sì contratto il virus ma che presentano una bassa carica virale e sintomi lievi. 

I "debolmente positivi"

E venerdì mattina una conferma autorevole, sul tema, è arrivata da Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. "L'Istituto superiore della Sanità e il governo devono rendersi conto di quanto e come è cambiata la situazione da quel 20 febbraio ormai lontano. E devono comunicare di conseguenza. Altrimenti, si contribuisce, magari in modo involontario, a diffondere paura ingiustificata", ha spiegato lo scienziato. Che poi ha proseguito: "Una ricerca dimostra che si registrano casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosa. Li chiamano contagi, ma sono persone positive al tampone".

In sostanza, secondo lo scienziato, i nuovi positivi non sarebbero contagiosi proprio perché - come riferito da qualche giorno dalla giunta regionale - "debolmente positivi". "Il virus è lo stesso, certo. Ma per ragioni che nessuno conosce, e forse per questo c’è molta difficoltà ad ammetterlo, in quei tamponi ce n’è poco, molto meno di prima. E di questo - ha concluso - va tenuto conto".

Il virus a Milano già a dicembre

Poche ore prima, invece, ad aggiungere un altro tassello per fare chiarezza sull'epidemia era stato l'istituto superiore di Sanità, secondo cui il virus a Milano era già in circolo a metà dicembre

A dimostrarlo sono stati i ricercatori dell'Iss hanno analizzato le acque di scarico prese dai depuratori del capoluogo meneghino e le hanno confrontate con quelle raccolte nei mesi precedenti ai primi casi di Covid-19, riuscendo così a isolare tracce del virus Sars-Cov-2. 

"I risultati, confermati nei due diversi laboratori con due differenti metodiche, hanno evidenziato presenza di Rns di Sars-Cov-2 nei campioni prelevati a Milano il 18/12/2019", è stata la conclusione degli esperti. Che hanno così anticipato di un paio di mesi la data di arrivo del Covid in città.

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