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Bollettino covid, i dati del 4 gennaio: calano i tamponi, "solo" 863 casi in Lombardia

Negli ospedali della Regione ci sono in tutto 3711 persone affette da SarsCov2, 45 in meno rispetto a ieri

Meno tamponi e meno persone positive al coronavirus, ma anche meno pazienti (poche) negli ospedali. Non si ferma la lotta al coronavirus in Lombardia ma la situazione è sempre critica. Nella giornata di lunedì 4 gennaio, a fronte di 8.161 tamponi, sono stati accertati altri 863 casi in tutta la Regione (846 in meno rispetto a ieri); il rapporto fra tamponi effettuati e i nuovi positivi è del 10.57 %. Tra Milano e hinterland sono state trovate altre 243 persone positive al virus. I dati sono stati resi noti dalla Protezione Civile con il consueto bollettino.

Nelle ultime 24 ore ci sono stati 22 nuovi accessi in terapia intensiva in Lombardia. Il totale dei letti di rianimazione occupati è però diminuito di 5 unità rispetto a ieri, tra decessi e pazienti guariti: ora sono 484 le persone con gravi insufficienze respiratorie ricoverate nelle terapie intensive degli ospedali regionali. In una sola giornata i posti letto occupati dai pazienti meno gravi sono diminuiti di 40 unità per un totale di 3.227. Negli ospedali della Regione ci sono in tutto 3711 persone affette da SarsCov2 (45 in meno rispetto a domenica).

Le persone che si sono negativizzate nelle scorse 24 ore sono 5.104; in totale i lombardi che sono guariti dal covid sono 402.798.Non si è ancora fermata la lunga scia di morte provocata dal virus che in una sola giornata ha ucciso altre 27 persone; il totale (ufficiale) è arrivato a quota 25.344.

Coronavirus e inquinamento: lo smog non favorisce trasmissione covid

All'inizio della pandemia da coronavirus e vista la veloce diffusione nella Pianura Padana qualcuno aveva ipotizzato che smog e virus andassero a braccetto. Ora una ricerca smentisce tali affermazioni. “Particolato atmosferico e virus non interagiscono tra loro. Pertanto, escludendo le zone di assembramento, la probabilità di maggiore trasmissione in aria del contagio in outdoor in zone ad elevato inquinamento atmosferico appare essenzialmente trascurabile”.

È la conclusione a cui è giunto uno studio condotto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), sedi di Lecce e Bologna, e dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Research, è stata condotta analizzando i dati, per l’inverno 2020, degli ambienti outdoor per le città di Milano e Bergamo, tra i focolai di Covid-19 più rilevanti nel Nord Italia.

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