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Coronavirus

Bollettino covid a Milano, i dati di lunedì 22 novembre: 662 casi, salgono i ricoveri

Negli ospedali della Regione ci sono in tutto 751 persone affette da SarsCov2, 24 in più rispetto a domenica

Sono state trovate altre 662 persone positive al covid in Lombardia nella giornata di lunedì 22 novembre , i casi (769 in meno rispetto a ieri) sono emersi analizzando 41291 tamponi; il rapporto fra tamponi effettuati e nuovi positivi è del 1.6 %. Tra Milano e hinterland sono state trovate altre 196 persone che hanno contratto il coronavirus. I dati sono stati resi noti dal Ministero della Salute attraverso il consueto bollettino pomeridiano.

Adesso sono 65 le persone con gravi insufficienze respiratorie ricoverate nelle rianimazioni degli ospedali regionali (4 in più rispetto a ieri). I posti letto occupati dai pazienti meno gravi sono aumentati di 20 unità per un totale di 686. Negli ospedali della Regione ci sono in tutto 751 persone affette da SarsCov2 (24 in più rispetto a domenica).

Le persone che si sono negativizzate nelle scorse 24 ore sono 92; in totale i lombardi che sono guariti dal covid sono 859.759. Non si è ancora fermata la lunga scia di morte provocata dal virus che in una sola giornata ha ucciso altre 11 persone; il totale (ufficiale) è arrivato a quota 34.291.

Quando è arrivato il covid in Lombardia? 

Intanto una ricerca che sarà pubblicata il prossimo dicembre su "Epidemics - The Journal on Infectious Disease Dynamics" ha svelato che il virus circolava in regione già prima del paziente 1 di Codogno. 

Lo studio, che porte le firme di Danilo Cereda dell'unità organizzativa prevenzione malattie infettive della Dg welfare del Pirellone e di infettivologi e virologi delle Ats, degli Irccs e delle Asst lombarde, sostiene che in quel momento c'erano già 527 casi di persone con sintomi riconducibili al covid. 

Pazienti di un'età compresa tra 57 e 78 anni, dei quali 38 lavoravano in ambito sanitario. Il virus, stando alla ricerca, circolava con un intervallo seriale di 6,6 giorni ed era diffuso nel 14,7% dei comuni della regione. La ragione per cui il sistema sanitario si è trovato sotto pressione è "radicata nell'alta trasmissibilità dell'infezione e nella diffusa e silente trasmissione del patogeno avvenuta fra gennaio e metà febbraio", la teoria degli studiosi. 
 

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