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Venerdì, 19 Aprile 2024
Coronavirus

Cartolerie e librerie chiuse, i gestori alla Regione: «Chiediamo di aprire a orari ridotti»

Nel resto del Paese questi negozi riapriranno dal 14 aprile, in Lombardia (almeno per ora) si deve aspettare il 3 maggio

In Lombardia restano chiuse, fino al 3 maggio, librerie e cartolerie. Nel resto del Paese riaprono il 14 aprile. Va ancora in onda la differenziazione delle regole e delle restrizioni per lottare contro l'emergenza sanitaria da Coronavirus. Questa volta, con le festività di Pasqua e Pasquetta, almeno i provviedimenti (di venerdì quello del Governo, di sabato quello del Pirellone) possono essere "digeriti" con calma dai cittadini, non c'è stato insomma il provvedimento "dalla sera alla mattina" come spesso è accaduto nelle scorse settimane.

La decisione dei vertici lombardi non piace a tutti. E' scesa subito in campo l'associazione dei cartolibrai di Confcommercio Milano, che aveva chiesto (da tempo) di poter riaprire le cartolerie in quanto negozi che possono servire a una "pubblica utilità" soprattutto per i più piccoli, per i quali può bastare qualche libro da colorare per trascorrere il tempo in casa.

L'associazione parla di «vistosa distorsione della concorrenza» perché i prodotti di cartoleria e libreria possono essere comunque acquistati (oltre che online, naturalmente) anche in ipermercati e supermercati, ovvero punti vendita di generi di prima necessità e quindi aperti.

I cartolibrai chiedevano e continuano a chiedere di aprire anche solo per poche ore al giorno: «Continuiamo a ritenere praticabile - scrivono in una nota - questa soluzione alternativa, con le misure di sicurezza e distanziamento necessarie per l'accesso ai punti vendita».

«Fondo per coprire spese di consegna a domicilio»

E un sostegno alle librerie arriva da Paola Bocci, consigliera regionale del Pd: «I libri - afferma - sono beni di prima necessità, ma limitarne la vendita alla grande distribuzione significa infliggere un ulteriore colpo a un settore che ha già denunciato difficoltà soprattutto nei circuiti delle librerie indipendenti e di quartiere: vanno trovati nuovi strumenti di sostegno. Le librerie come luoghi essenziali del tessuto culturale italiano hanno tenuto vive le relazioni con i lettori re-inventandosi sui canali digitali, raccontando libri a distanza, mettendo in atto modalità di consegna e spediziona a domicilio».

Tra le richieste espresse dalla rete delle librerie indipendenti, il sostegno agli affitti e le partnership con i servizi postali, per aiutare la gestione economica delle forme alternative di vendita. «Si può comprendere la chiusura nelle zone più colpite per la tutela della salute, ma va destinato da subito un fondo alle librerie per coprire le spese di consegna a domicilio, e vanno promossi protocolli e agevolazioni con piattaforme di distribuzione, che potrebbero essere poi un sostegno permanente all’attività. Si valutino anche aperture parziali al pubblico, nel rispetto delle misure precauzionali ed evitando assembramenti, anche in orari limitati per ritiri su prenotazione», conclude Bocci.

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