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Coronavirus

Milano, consigliere Fdi contro i consigli a distanza: "Mi sento detenuto digitalmente"

La protesta di Mascaretti: "Pochi minuti per parlare di cose importanti e il presidente ci toglie la parola spegnendo i microfoni"

"Detenuto digitalmente" e "prigioniero politico". Parole dure, durissime, quelle di Andrea Mascaretti, consigliere comunale di Milano per Fratelli d'Italia, rivolte contro la pratica di effettuare sedute del consiglio comunale in video conferenza a causa del Covid. "La maggioranza continua a imporci i videoconsigli", attacca l'esponente del partito della Meloni.

"Durante i videoconsigli", continua, "ai consiglieri viene tolto il microfono e quindi la parola. Le opposizioni non possono far sentire la loro voce, se non quando lo ritiene il presidente del consiglio, che decide se gli interventi siano opportuni e se gli emendamenti siano ammissibili. Discuterne liberamente è praticamente impossibile. Sono detenuto digitalmente, poiché evidentemente le mie idee sono considerate una minaccia".

L'esponente di Fdi lamenta che i tempi sono sempre strettissimi: "Spesso, su argomenti importanti, è consentito un intervento di due o tre minuti. Oppure qualcuno deve addirittura rinunciare a farlo. Quando si lasciano solamente una o due ore da suddividere tra 48 consiglieri per discutere una delibera che avrà impatto sulla città e sulla vita dei milanesi, capite bene quale sia alla fine la compressione alla quale sono soggetti gli spazi della democrazia cittadina".

"La stessa amministrazione che, sabato, non è intervenuta per impedire il rave party alla Darsena, che causa le file davanti agli uffici comunali di via Larga o che ha lasciato che autobus e metropolitane viaggiassero gremiti durante la pandemia, ora impedisce che il consiglio Ccomunale si riunisca a Palazzo Marino perché 48 consiglieri in aula potrebbero rappresentare un rischio per la salute della città", tuona Mascaretti. 

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