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Coronavirus, il nuovo decreto: scuole chiuse, negozi e bar aperti. Ma distanza di almeno 1 metro

Le regole decise dal governo fino all'8 marzo. Scuole, università, cinema e teatri ancora chiusi, musei e messe consentite ma con il rispetto della distanza minima tra i frequentatori

Sospese le lezioni in università e a scuola, le rappresentazioni teatrali e le proiezioni cinematografiche fino all'8 marzo compreso in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e province di Savona e Pesaro-Urbino. I principali divieti per limitare la diffusione del nuovo Coronavirus, già in vigore nella settimana appena terminata, sono stati confermati dal governo con un apposito decreto firmato domenica 1 marzo, che recepisce le richieste delle autorità regionali. 

Si ferma lo sport (ma non lo sci)

Si ferma anche lo sport, ma sono consentiti allenamenti e competizioni a porte chiuse; vige anche il divieto di trasferta per i tifosi provenienti dai territori interessati dal decreto. Un milanese non potrà quindi assistere a una partita di calcio a Lecce o a Cagliari. Possono invece tenere aperti i comprensori sciistici, a patto che i gestori limitino l'accesso a un numero pari al massimo a un terzo della capienza di funicolari e funivie varie.

Anche per la formazione sono state previste eccezioni: oltre a tutte le attività di didattica online, si potranno svolgere normalmente i corsi per i medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie.

Bar, ristoranti, musei: distanza di un metro

Bar, ristoranti e pub potranno tenere aperto, a condizione che il servizio sia espletato solo per i posti a sedere. Altre attività commerciali potranno tenere aperto, a patto di contingentare gli ingressi ed evitare assembramenti, così come i musei e i luoghi di cultura. Condizione per tutti: i visitatori, utenti, clienti dovranno poter restare ad almeno un metro di distanza l'uno dall'altro. Limitazioni confermate nell'accesso agli ospedali e residenze per non autosufficienti da parte dei visitatori.

Negozi nei centri commerciali: aperti nel weekend

Via libera, infine, ai centri commerciali, che nel weekend del 29 febbraio-1 marzo hanno sperimentato uno "stop" particolare con apertura di farmacie, supermercati, bar e ristoranti e chiusura per tutti gli altri negozi. Nel weekend del 7-8 marzo tutti i negozi potranno invece tenere aperto, tranne che nelle province di Piacenza, Bergamo, Lodi e Cremona, dove continueranno a valere le regole di questo weekend.

Palestre e terme sospese, le messe ricominceranno

Restano sospese (in Lombardia e a Piacenza) le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (salvo per erogare prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza). Infine restano sospese tutte le manifestazioni organizzate nonché gli eventi in luogo pubblico, aperto al pubblico o privato: grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose e così via. Ma i luoghi di culto potranno aprire, a condizione, anche qui, di evitare assembramenti e garantire ai frequentatori la distanza di un metro l'uno dall'altro. I vescovi lombardi si riuniranno il 2 marzo per valutare come organizzare le celebrazioni: intanto, per il 2 marzo, le chiese della Lombardia resteranno aperte solo alla preghiera individuale.

Zona rossa ancora off limits

Rimangono infine rigidissime le limitazioni nei dieci Comuni della zona rossa lombarda (Bertonico; Casalpusterlengo; Castelgerundo; Castiglione D'Adda; Codogno; Fombio; Maleo; San Fiorano; Somaglia; Terranova dei Passerini) e nel Comune veneto di Vo'. In particolare vige il divieto di accesso o allontanamento dal proprio Comune, la sospensione di ogni forma di manifestazione pubblica, la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado (salvo la didattica online), la chiusura dei musei e degli uffici pubblici (salvo i servizi essenziali con modalità decise dal prefetto), la chiusura di tutti i negozi (salvo quelli di pubblica utilità e di prima necessità), la sospensione dei trasporti (anche non di linea), la chiusura delle aziende (salvo l'erogazione di servizi essenziali e di pubblica utilità e salvo il lavoro a distanza), la sospensione dal lavoro per i residenti che svolgono la propria attività fuori dalla zona rossa.

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