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Coronavirus Porta Magenta / Corso Magenta

Il Covid hotel sfrattato perchè portatore di "untori", ma il quartiere si ribella

Raccolta firme a sostegno della trasformazione dell'Hotel King in struttura per positivi al Covid da isolare. E il caso finisce in consiglio comunale

Una parte del quartiere di corso Magenta si mobilita in solidarietà con il King Hotel, gruppo Mokinba, in procinto di diventare un Covid hotel in cui ospitare persone positive al Coronavirus che devono restare in isolamento e, per vari motivi, non possono farlo a casa loro. Una soluzione attuata in tutto il mondo, anche in Italia e a Milano fin dalla prima ondata di pandemia quando aveva aperto allo scopo l'hotel Michelangelo in Stazione Centrale.

La società immobiliare proprietaria dell'edificio di corso Magenta, la Denas, ha deciso di sfrattare l'hotel per una presunta mensilità non pagata (circostanza smentita dal gestore dell'albergo) ma, pochi giorni prima, aveva intimato al gruppo Mokinba di interrompere la conversione in Covid hotel, accampando che «l’hotel si trova in diretta adiacenza ad altre attività e immobili residenziali che potranno risentire negativamente della presenza di soggetti ad alto rischio contagio, ovvero portatori di malattia».

La gestione dell'albergo aveva comunque deciso di andare avanti, perché il consenso della proprietà non sarebbe necessario per questa operazione. La struttura rimane infatti a pieni effetti un albergo e stipula semplicemente una convenzione con l'Ats per trasformarsi temporaneamente in luogo di accoglienza di persone positive al Covid che non hanno la possibilità dell'isolamento in casa.

Video: ecco i malati Covid che non possono stare in casa

Solidarietà al Covid hotel

A mobilitarsi in solidarietà all'hotel è Mariella Giunta, una professionista residente in zona, che ha lanciato una raccolta firme presso i commercianti e gli abitanti. «L'offerta di disponibilità - si legge nell'appello - rappresenta un importante segno di responsabilità etica e sociale in un momento di grave crisi sanitaria della città. Un'offerta di servizio a beneficio dei cittadini di Milano in cui l'albergo ha deciso di impegnarsi, e che dovrebbe anzi essere tutelata e supportata». Nell'appello si ringrazia l'albergo «per il senso di responsabilità» che «ben lungi dal creare danni o rischi per il quartiere, ne arricchisce l'anima e la coesione».

Dopo un giorno di raccolta firme, la Giunta ha confermato «ottimi riscontri». E in consiglio comunale ne ha parlato Carlo Monguzzi (Pd), ottenendo assenso tra i colleghi di tutti i partiti.

Di tutt'altro tenore alcuni post su Facebook in un gruppo del quartiere Castello-Cadorna, molto simili nelle argomentazioni alla lettera della proprietà dello stabile. Nei post si parla di rischio contagio per coloro che vivono e lavorano negli edifici adiacenti poiché il cortile sarebbe comunicante. E alcuni commentatori dei post consigliano in modo sprezzante, e senza giri di parole, di aprire i Covid hotel nelle periferie. Dove in realtà sono stati già aperti (viale Murillo, viale dell'Aviazione, viale Adriano).

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