Covid, Galli: "Vaccino luce in fondo a tunnel. Ma se c'è terza ondata ancora morti, cautela"
L'invito di Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, è a mantenere alta la guardia
"Il vaccino è più della luce in fondo al tunnel. Se riusciremo nell’arco del prossimo anno a raggiungere un numero sufficiente di vaccinati e un numero sufficiente di immunizzati avremo una barriera, un muro contro cui il virus non potrà far altro che battere il capo e ritirarsi, non riuscirà più a circolare”. Queste le parole di Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.
L'invito del virologo è però a non abbassare la guardia: "Non ce lo possiamo permettere, anzi è il contrario - ha detto ai microfoni di Sky Tg24 -. Aspettando il vaccino non possiamo fare qualsiasi cosa sperando di non avere guai. Il prolungamento della seconda ondata, o la terza ondata che dire si voglia, è davanti a noi. Se non riusciamo ad evitarla avremo ancora guai, morti e chiusure”.
“Il processo di vaccinazione dell’intera popolazione - ha messo in luce Galli - è un processo lungo e tra l’altro è un cimento, una specie di gara, a cui non abbiamo mai partecipato. È una cosa che viene organizzata con questo tipo di estensione in assoluto per la prima volta (...). Non siamo mai stati nella condizione di dover fare un’operazione di questo tipo, quindi ci si possono aspettare criticità di ogni genere, nei confronti delle quali però bisognerà avere un atteggiamento positivo, altrimenti non si va da nessuna parte"
Quanto alla terza ondata, il professore ha sottolineato come entro il mese di gennaio non si riusciranno a vaccinare abbastanza persone da contenerla e ha aggiunto: “A costo di essere noioso, ribadisco che tocca individualmente anche a tutti noi cercare di restare fuori dai guai, muoverci il meno possibile, avere un comportamento ragionevole e ragionato per contenere il fenomeno. Dobbiamo cercare di non ‘allungare il brodo al virus’ non favorirlo nel rimanere tra noi. Lo vorremmo fuori il prima possibile, ma per farlo dobbiamo darci il tempo per la vaccinazione, che prenderà i suoi tempi perché è un’opera titanica. Bisogna collaborare".