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Coronavirus

I locali di Milano sono (di nuovo) in lockdown

L'impennata dei casi covid svuota di nuovo i locali. Il 72% segnala calo di clienti e introiti

L'effetto Omicron pesa anche sulle imprese. E per il 72% delle attività economiche del settore terziario, dalla ristorazione ai servizi, l'aumento dei contagi legato alla diffusione della nuova variante covid ha rappresentato un calo di clientela e quindi di introiti con un impatto negativo sull’andamento delle attività economiche a Milano, Monza Brianza, Lodi.

A intercettare le difficoltà delle aziende sono i risultati del sondaggio promosso da Confcommercio Milano - con i dati elaborati dall’ufficio studi - che, in tre giorni, ha coinvolto oltre 1.000 attività: Il 43% di Milano città, il 31% hinterland milanese, il 18% Monza Brianza e l’8% di Lodi.

"Milano è come se fosse in lockdown"

Meno clienti e più difficoltà

Per il 72% la moltiplicazione dei contagi ha provocato il calo della clientela e per il 41% ci sono difficoltà per dipendenti e collaboratori a casa in quarantena. E le ricadute dell'aumento dei contagi hanno coinvolto anche i rifornimenti, il 21%. Solo l’8% delle imprese non rileva variazioni significative. Pesa e ha conseguenze economico organizzative dirette per molti operatori anche la crescita dello smart working soprattutto per il settore ristorazione e ricettività.

A rendere ancora più neri i pronostici sul breve periodo c'è l'eventualità di un passaggio in zona arancione della Lombardia con ricadute negative, per il 67% degli intervistati, sugli affari perchè il cambio di colore comporterebbe molte limitazioni senza greenpass: il 57% stima una perdita variabile dal 10 al 30%. E per una imresa su 10 si teme anche il rischio di chiusura.

Cosa chiedono le imprese

Altissima - il 91% delle imprese - è l’insoddisfazione sulle misure economiche attualmente in vigore per contrastare gli effetti dell’emergenza covid. Come priorità il 37% chiede agevolazioni fiscali, il 28% maggiori e più rapidi indennizzi, una moratoria creditizia il 18%, la cassa integrazione covid il 17%. C’è fiducia nel vaccino: l’80% è d’accordo con l’obbligo introdotto per gli over 50. Più articolata, invece, la valutazione generale sui provvedimenti e le iniziative per contrastare l’emergenza pandemica: misure eccessive per il 55%, insufficienti per il 45%.

“A causa degli effetti della variante Omicron - dichiara Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio - le imprese del terziario rischiano una nuova e profonda crisi. Cali di fatturato e problemi di personale sono le criticità più evidenti. Da qui la richiesta urgente al governo ma anche alle istituzioni locali, di attivare al più presto sostegni per i settori imprenditoriali più colpiti. In particolare indennizzi, rinnovo cassa Covid e moratorie fiscali e creditizie. Certamente non ci troviamo di fronte a una situazione estrema come l’inizio della pandemia. Oggi abbiamo armi efficaci, come i vaccini, per affrontare l’emergenza sanitaria ma non va assolutamente sottovalutata la nuova sofferenza del sistema imprenditoriale”. 

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