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Coronavirus, i lombardi restano a casa: i dati dei cellulari in movimento scendono ancora

L'ultima rilevazione dice che il 35% dei lombardi si muove ancora, evidentemente per lavoro

"Gli spostamenti dei cittadini lombardi sono diminuiti ancora, ora siamo al 35 per cento". Esulta il vicepresidente di regione Lombardia, Fabrizio Sala, che da giorni - insieme al resto del Pirellone - sta "monitorando" gli spostamenti della popolazione come dato fondamentale per la guerra al Coronavirus. 

Dopo l'obbligo di restare in casa per ridurre al minimo le possibilità di contagio, la regione ha infatti chiesto aiuto alle compagnie telefoniche per fare una stima - generale e assolutamente anonima - delle persone che si muovono in regione attraverso l'analisi delle celle telefoniche, che indicano i movimenti dai 5-600 metri in su. 

I primi giorni i numeri non erano stati dei più incoraggianti - e più volte i vertici regionali avevano sottolineato l'importanza di non uscire -, poi anche con l'ulteriore stretta ai negozi le cifre sono calate. 

"Questo dato sottolinea ancora una volta il comportamento virtuoso di chi riduce sempre di più i movimenti all'interno della nostra Regione - ha commentato Sala -. Abbiamo chiesto alle compagnie telefoniche di indicarci le rilevazioni dei cambi di celle alle quali si agganciano gli smartphone quando chi ne è utilizzatore si muove e di elaborare un dato aggregato che non intende monitorare nessuno ma analizzare il flusso degli spostamenti all'interno della Regione e per ciascuna provincia", ha chiarito.

"I dati indicano che il trend è positivo e ci fa ben sperare. I lombardi si muovono sempre meno - ha aggiunto il vicepresidente - e le nostre misure stanno dando risultati confortanti. Anche
grazie al comportamento delle persone - ha concluso Sala - che hanno capito l'importanza di non avere contatti sociali per ridurre il pericolo dei contagi". 

Foto - I dati del 27 marzo

spostamenti cellulari 27 marzo-2

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