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Coronavirus, De Luca non cambia idea: "Chi va da Milano a Napoli va bloccato e multato"

La replica di Fontana: "Così si rischia di creare una situazione insostenibile". I dettagli

Campania vs Lombardia, atto secondo. Dopo le prime schermaglie dei giorni scorsi, con il governatore campano Vincenzo De Luca che minacciava di "chiudere" i confini della sua regione e l'omologo lombardo Attilio Fontana che rispondeva mettendo sul piatto i tanti che da Napoli e dintorni arrivano in Lombardia per curarsi, martedì sera un nuovo faccia a faccia, pacato, è andato in scena a "Porta a Porta". 

Tema del contendere, di nuovo, la fase 2 dell'emergenza Coronavirus, con la riapertura delle attività produttive e, almeno in parte, una ritrovata mobilità per i cittadini. 

La posizione di De Luca

"Chi va da Milano a Napoli, e viceversa, senza un motivo serio, di salute o lavoro, deve essere bloccato e sanzionato, come già avviene attualmente. Questo, inoltre, non riguarda le merci. Nessuno vuole mettere barriere. Bisogna limitare la mobilità, oggi limitata ai comuni, alle regioni di appartenenza", l'idea di De Luca. "In Campania abbiamo adottato misure rigorose perché siamo la regione a maggior densità abitativa d'Italia e, nella fascia costiera, la più densamente popolata d'Europa. Siamo al livello di Singapore. Qui non si può sbagliare, altrimenti c'e' un'ecatombe", ha proseguito. 

"Sono d'accordo con Fontana sul riaprire in tutta Italia, ma non allo stesso modo. In alcune regioni non ci sono focolai di contagio, che in altre sono fortemente presenti. Il mese scorso c'è stato un problema serio al Sud e in Campania, per l'improvviso riversarsi di decine di migliaia di giovani, studenti e lavoratori, rientrati all'improvviso nelle regioni meridionali. Abbiamo corso il rischio che l'epidemia dilagasse. Dobbiamo evitare che succeda di nuovo. Un 'rompete le righe' sarebbe un atto di totale irresponsabilità", ha ribadito De Luca. 

E ancora: "Sarebbe drammatico immaginare di avere il problema alle spalle. Non siamo fuori dal contagio, dobbiamo avere comportamenti responsabili, cercando un equilibrio tra la ripresa della vita economica e sociale e la necessità di tutelare le nostre famiglie. Dobbiamo avviarci verso la vita ordinaria, ma usando la ragione e il buon senso. Se sbagliamo - ha concluso - possiamo vedere la morte con gli occhi". 

La posizione di Fontana

Di diverso avviso il governatore lombardo, Attilio Fontana. "La limitazione della circolazione rischia di creare una serie di problemi non di poco conto: le filiere sono talmente interconnesse che se noi iniziamo a limitare la movimentazione delle merci e delle persone dalla Lombardia alle altre regioni per concludere la lavorazione o viceversa si rischia di creare una situazione insostenibile”, ha replicato, anche se De Luca aveva già sottolineato che i divieti di movimento - secondo lui - non andrebbero applicati a chi si sposta per lavoro. 

“Se in Lombardia - ha aggiunto Fontana - dovessimo aspettare il contagio ‘zero’ dovremmo arrivare alla fine del mese di giugno che è una situazione che ritengo difficile sopportabile per noi ma anche per il resto del Paese. Io sono convito che al di là di tutto una riapertura seppure nel rispetto delle garanzie richieste dall’Istituto superiore della sanità ci dovrà essere". 

"Non siamo sicuri che con l’interruzione del contagio il virus scompaia e c’è rischio che con il virus si debba convivere quindi è necessario - ha concluso - porre in essere tutte quelle misure che ci permettono di aver una vita un po’ più limitata ma che ci consenta una ripresa”.
 

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