San Carlo, denunciati i medici "ribelli". E l'opposizione chiede le dimissioni del dg
Usuelli (+Europa): «Atteggiamento intimidatorio»
Sarebbero stati denunciati per diffamazione alla procura della Repubblica di Milano i cinquanta medici dell'Ospedale San Carlo che avevano "osato" protestare con la direzione dell'Asst (unificata col San Carlo) rendendo pubbliche le condizioni organizzative durante la seconda ondata di pandemia Covid, secondo cui la carenza cronica di personale e strutture potrebbe portare a «compiere scelte inacccettabili clinicamente ed eticamente» come drammatiche scelte su chi curare.
La lettera aveva fatto molto scalpore. Ne era seguita una contro-lettera firmata da settanta colleghi a totale sostegno della direzione generale (che, lo ricordiamo, è di nomina politica). Il dg Matteo Stocco ha levato a Francesca Cortellaro l'incarico, delicato, di primario del pronto soccorso nonostante la dottoressa avesse "difeso" la direzione generale affermando che quella lettera non dicesse il vero. D'altra parte la stessa Cortellaro, il 26 ottobre, aveva denunciato la situazione esplosiva nei pronto soccorso di entrambi i nosocomi, scrivendo tra l'altro che «non siamo in grado di garantire le cure ed assistenza adeguate ai pazienti».
Solo adesso la pressione sugli ospedali comincia a calare, ma siamo ancora in emergenza Covid. E in una situazione di emergenza appare evidente il tentativo della direzione generale dell'Asst dei Santi di "trincerarsi" in difesa, attaccando però in contropiede. Così si toglie l'iincarico alla primaria di pronto soccorso, si replica alla lettera dei medici con una contro-lettera, ora si procede con la denuncia dei medici alla magistratura.
Nel mezzo, la commissione interna per verificare: una commissione che, però, è formata da nove medici di cui otto interni (Stefano Centanni, Davide Chiumello, Lucia Negroni, Sabrina Passarella, Marco Gardinali, Maria Chiara Lavorato, Riccardo Baldelli e Marco Parodi) e un esterno (Luigi Beretta). Fra gli interni, in tre hanno firmato la contro-lettera difensiva. Non pochi hanno parlato di evidente conflitto d'interessi.
L'assessore Giulio Gallera, interrogato in consiglio regionale, ha replicato di attendere l'esito della commissione interna ma di avere anche avviato una interlocuzione con la dottoressa estromessa dal pronto soccorso e con le direzioni sanitarie interessate per «verificare la possibilità di confermare il rapporto di fiducia».
I cinquanta medici che hanno denunciato le condizioni di lavoro critiche rischiano di pagare in ogni caso. Se la commissione valuterà che tutto è stato regolare, a partire dall'analisi delle cartelle mediche dei pazienti, potrebbero essere poi sottoposti a un provvedimento disciplinare, per avere scritto il falso nella lettera. Se invece verranno scoperte alcune mancanze nella cura dei pazienti, rischiano di essere penalmente perseguibili per avere violato il codice deontologico.
«Un atteggiamento a dir poco minaccioso e intimidatorio», commenta il consigliere regionale di +Europa-Radicali (e medico) Michele Usuelli, chiamando a raccolta il sindaco di Milano Beppe Sala, i partiti politici, l'ordine dei medici, il sindacato, il Ministero della Sanità: «Battiamo un colpo insieme. Intanto buon lavoro ai medici di pronto soccorso e di rianimazione del San Carlo che, oltre al Covid-19, devono gestire denunce, sanzioni, mobbing e peggio. Immaginiamoci come staranno lavorando sereni mentre curano me, mia figlia o mio nonno adesso».
Usuelli chiede anche le dimissioni o il licenziamento del dg Stocco «qualora non smentisca la notizia della denuncia in procura. Non è tollerabile in questa fase - dichiara - accettare un simile precedente, dato che la tensione tra direzioni generali e medici è alta in molti ospedali. I direttori generali devono mostrare capacità di risolvere i conflitti; questa è una caratteristica imprescindibile per continuare a dirigere».
E sulla questione interviene anche il Pd che, con Carmela Rozza e Carlo Borghetti, aveva chesto di istituire una commissione formata da esterni. Richiesta bocciata da Galleera: «L'assessore - notano i due esponenti del Pd - ha affermato che il direttore generale sarebbe stato in grado di dirimere la questione. E’ evidente che non è così, visto che, anziché lavorare per riportare la serenità nella struttura, ha denunciato i medici per diffamazione».
Rozza e Borghetti tornano quindi a chiedere una commissione "terza", di membri super partes, e aggiungono che la Regione dovrebbe «valutare se Stocco sia ancora nelle condizioni di dirigere con serenità l’azienda sanitaria».