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Coronavirus

Morto a Milano don Marco Barbetta: era stato cappellano del Politecnico

Arresto cardiaco. Aveva una lunga malattia, aggravata dal Coronavirus

E' morto per un arresto cardiaco a Milano don Marco Barbetta, 82enne, per anni cappellano al Politecnico. Era malato da tempo e le sue condizioni si erano aggravate dopo avere contratto il Coronavirus. Il sacerdote è deceduto il 17 marzo. Era nato a Milano nel 1937 e si era laureato prima in chimica (nel 1962) e in teologia (nel 1972). E' stato professore al Collegio Arcivescovile di Tradate fino al 1981, mentre dal 1984 è stato parroco alla chiesa di San Pio X a Milano, in via Villani (zona Piola). 

Dal 2006 al 2013 è stato cappellano universitario al Politecnico di Milano. Dal 2013 era sacerdote alla chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa. «Questa notte nel riposo del sonno è tornato alla casa del Padre don Marco Barbetta per arresto cardiocircolatorio. Aveva 82 anni. Ci addolora in questo momento non poterci unire come comunità e intorno alla sua famiglia. Stiamo vicini nella preghiera e nella memoria grata di quanto fatto per la Chiesa, soprattutto a servizio dei giovani studenti come docente a Tradate e come cappellano del Politecnico di Milano e per la nostra comunità con la sua presenza dedita e sempre preziosa. Appena sarà possibile celebreremo la messa esequiale», si legge nel sito della parrocchia di Chiesa Rossa.

Il ricordo del presidente di CL

Don Julian Carron, presidente di Comunione e Liberazione, ha lasciato un commosso ricordo di don Barbetta: "La sua vita è trascorsa tutta sotto il segno della fedeltà alla vita del movimento, dentro la Chiesa ambrosiana che ha servito come parroco. Il riconoscimento di Cristo e il suo «sì» a Lui erano stati suscitati dall’incontro con don Giussani nel 1953, quando era un giovane studente, prima ancora che la nostra storia iniziasse. Domandiamo al Signore, per intercessione di don Giussani, che il sacrificio di don Marco dia frutto in ciascuno di noi, così che anche il nostro piccolo o grande sacrificio quotidiano, imposto dalle circostanze, incrementi la certezza e quella «speranza fondata» di cui abbiamo bisogno in questo momento, per esserne testimoni davanti a tutti: «Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore» (Rm 14,8)".

Intanto, mercoledì 18 marzo è dededuto un altro sacerdote milanese, don Luigi Giussani della parrocchia di San Protaso, che aveva contratto il Coronavirus.

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