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Giovedì, 25 Aprile 2024
Coronavirus

Centri estetici, grido d'allarme: "Con chiusura in zona rossa, abusivismo alle stelle"

La richiesta del settore è di rimanere aperto anche in zona rossa, come accade per i parrucchieri

Con la zona rossa, sono chiusi i centri estetici: una norma molto contestata fin dal primo lockdown, a primavera 2020, ma confermata con i successivi "stop" e l'istituzione dei vari colori per differenziare le Regioni d'Italia. In zona rossa, i parrucchieri sono ora aperti, i centri estetici no. Il problema è che, in questo modo, si favorisce l'abusivismo, già presente nel settore. Lo denuncia la Cna (Confederazione nazionale artigianato) della Lombardia.

"Scatta la zona rossa e le attività dei servizi per la persona vengono limitate a lavanderie, servizi di pompe funebri e saloni di acconciatura", si legge in una nota: "Una logica del contenimento del virus che vede il centro estetico come luogo poco sicuro, nel quale il rischio di contagio sarebbe più elevato che altrove".

Risultato, prolifera il lavoro abusivo, che spesso viene effettuato direttamente a casa del cliente (o dell'estetista). "A distanza di 10 mesi dal primo lockdown - afferma Brigida Stomaci, presidente di Unione benessere e sanità di Cna Lombardia - ancora non si è in grado di mettere in discussione una scelta politica che in quest’ultimo periodo appare quanto più inadatta a perseguire lo scopo che si prefigge: il contenimento del virus. La smisurata diffusione del lavoro abusivo è la tragica conseguenza della chiusura dei centri estetici, i cui titolari hanno investito migliaia di euro per garantire la massima sicurezza del cliente".

"Il settore dei centri estetici - aggiunge Daniele Parolo, presidente di Cna Lombardia - è da sempre votato al rispetto delle norme igienico-sanitarie per la tutela dei clienti e nel mese di maggio, in seguito alle riaperture successive al primo lockdown, ha dimostrato tutta la sua professionalità e disponibilità ad elevare ulteriormente i propri standard".

"Così come è stato fatto per i saloni di acconciatura - prosegue Parolo - è il momento che si riconosca la validità di una scelta politica che preveda l’apertura dei centri estetici anche in zona rossa".

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