Non c'è stato nessun aumento dei contagi dopo la festa dei tifosi dell'Inter
Tre settimane esatte dopo i maxi assembramenti in Piazza Duomo il contatore dell'epidemia continua a procedere lentamente
Non si è registrato nessun aumento dei contagi da covid dopo la festa dei tifosi dell'Inter di domenica 2 maggio. Tre settimane esatte dopo i maxi assembramenti la curva sta ancora flettendo verso il basso sia a Milano che in tutta la Lombardia.
Secondo Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al "Gemelli" di Roma, i maxi assembramenti non hanno avuto ricadute "perché siamo in una fase di calo dell'epidemia", aveva detto ad Agorà (RaiTre) nella giornata di giovedì 20 maggio. "I luoghi chiusi rappresentano ancora un rischio, credo che dovremo tenere la mascherina per tutta l'estate", aveva continuato l'esperto. "All'aperto, e in questo l'estate aiuta — aveva concluso — possiamo cominciare invece a pensare ad una deroga dell'obbligo. Il Cts ci sta lavorando".
I precedenti
Non è il primo evento all'aperto con migliaia di persone in seguito al quale non si registrano contagi. Un precedente si era verificato a Napoli a novembre 2020 quando migliaia di persone scesero in strada e nelle piazza per ricordare Diego Armando Maradona. In quel caso la curva dei contagi nelle settimane successive continuò a flettere attorno a quota 600 senza mai registrare aumenti decisivi.
Non era andata così, invece, a fine agosto 2020 per la festa della promozione dello Spezia in Serie A. In quel caso dopo i festeggiamenti (sempre all'aperto) la curva dei contagi iniziò a salire: prima qualche unità, poi ci fu una vera e propria onda che si riassorbì in un mese.
La festa dei tifosi interisti in Centro
La festa dei tifosi interisti per lo scudetto — secondo i numeri resi noti da via Fatebenefratelli — aveva visto circa 30mila persone nel centro di Milano e 10mila in Piazza Duomo (nel momento più affollato).
Polizia e carabinieri non erano intervenuti per fermare gli assembramenti. Il prefetto Renato Saccone, aveva spiegato che in quell'occasione bisognava "coniugare le ragioni della prevenzione del contagio con la gestione dell'ordine pubblico e con la tutela della incolumità delle persone". Secondo Saccone "chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti, sotto ogni profilo". Avrebbe insomma provocato più disordine e assembramenti nelle vie strette intorno alla piazza, perché nel frattempo da tutta la città il popolo nerazzurro avrebbe in ogni caso fatto capolino in centro.