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Giovedì, 25 Aprile 2024
Coronavirus

Coronavirus, a Milano non c'è più spazio per i morti: cremazioni solo per i residenti in città

La determinazione di palazzo Marino: stop alle cremazioni di chi è residente fuori Milano

Spazio finito. Anche per i cadaveri. Il comune di Milano, con la "determinazione dirigenziale del 25 marzo con disposizioni in merito al servizio di cremazione in relazione all'emergenza Coronavirus", ha deciso di "riservare" il forno crematorio di Lambrate ai soli residenti in città dopo l'aumento dei morti a causa dell'epidemia. 

Dal 29 marzo prossimo, "fino a cessate esigenze", il servizio non sarà più a disposizione delle vittime che non risiedono ufficialmente sotto la Madonnina, mentre sarà garantita la sepoltura ai cittadini stranieri che professano altre religioni ma le cui salme non possono essere "destinate ai Paesi di origine". 

Il motivo è presto detto. Nel documento comunale si legge: "L'accesso di feretri al crematorio di Lambrate, già programmato sino al prossimo 3 aprile, determinerà la saturazione dell'impianto in termini di cremazione e deposito di feretri, peraltro con tempi di attesa per la cremazione superiori a 5 giorni dall'arrivo a Lambrate, quindi anche dopo 10 giorni dal decesso in considerazione dei tempi di stazionamento dei cadaveri presso le camere mortuarie ospedaliere". 

Coronavirus, "aumento di decessi a Milano"

In pratica il cimitero di Lambrate è ormai al collasso e l'attesa per la cremazione sfiora la settimana. La determinazione dirigenziale richiama l'ordinanza "16 136843/2020" di poche ore prima, che già aveva tracciato un quadro preoccupante della situazione. 

"Sul territorio del comune - veniva sottolineato - insistono numerosi presidi ospedalieri anche di rilevante dimensione che ricoverano pazienti provenienti da tutto il territorio regionale e nazionale, e che al seguito del diffondersi dell'emergenza sanitaria in corso risultano in aumento i decessi sul territorio comunale di cittadini residenti in altri comuni". 

Quindi: "Riteniamo opportuno monitorare costantemente l'andamento della domanda di cremazione e, nel caso in cui la stessa superi la capacità di risposta dell'impianto in termini di cremazioni e deposito dei feretri, limitare l'accesso al servizio ai soli defunti residenti a Milano per il tempo necessario a bilanciare la domanda con la capacità dell'impianto", si leggeva già nelle carte. E la decisione alal fine è arrivata. 

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