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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Covid, i 220 "furbetti" di Milano che hanno cercato di vaccinarsi senza averne diritto

È successo al San Paolo e San Carlo. L'ospedale: "Tutti eliminati dagli appuntamenti"

Hanno cercato di "infilarsi". Hanno inserito i loro nomi negli elenchi, nonostante non ne avessero diritto, e hanno strappato un appuntamento. Ma alla fine sono stati scoperti, identificati e bloccati. Sono i furbetti del vaccino covid, 220 persone, che nei giorni scorsi hanno prenotato la somministrazione del siero anti coronavirus negli ospedali San Paolo e San Carlo di Milano pur non avendone diritto. 

A denunciarlo è stata la stessa direzione aziendale dell'Asst dopo che martedì Radio Popolare ha svelato che in diversi si sono appropriati del link interno riservato al personale medico inserito negli elenchi degli aventi diritto forniti da Ats Città Metropolitana di Milano.

In quel modo, sfruttando una falla del sistema, in tanti hanno ottenuto un appuntamento nonostante la campagna vaccinale al momento sia riservata a sanitari, over 80, insegnanti e forze dell'ordine. 

"Il sistema di prenotazioni interne all'azienda - si legge nella nota dell'Asst Santi Paolo e Carlo -, grazie ad attente verifiche e controlli effettuati quotidianamente prima dell'accesso al centro vaccinale collocato presso il centro ospedaliero militare prevede l'identificazione del soggetto avente diritto: il giorno antecedente l'appuntamento si effettuano controlli incrociati con l'elenco degli aventi diritto e, successivamente in loco, si prosegue con l'identificazione dell'individuo, la compilazione di autocertificazione del diritto alla somministrazione del vaccino e colloquio informativo con il medico".

Grazie ai controlli interni - ha precisato l'azienda sanitaria - "sono stati individuati, identificati ed eliminati dagli appuntamenti fissati n. 220 persone non aventi diritto, pari allo 0,4%, degli oltre 18.000 vaccinati, che, consapevoli di non essere autorizzati, hanno tentato senza successo di ovviare le regole".

"Resta l'amarezza che, nonostante gli sforzi per garantire un adeguato accesso alle vaccinazioni, la sensibilizzazione personale e collettiva al rispetto delle regole finalizzate alla tutela delle categorie professionali più esposte e dei più fragili non bastano poiché - ha concluso l'Asst - si scontrano con lo scarso senso civico di pochi soggetti a discapito dei cittadini che ne hanno maggiormente diritto".
 

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