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Coronavirus

Secondo Galli la pandemia covid non finirà presto e la terza dose potrebbe non bastare

L'infettivologo del Sacco ritiene probabile che 'inseguiremo' le varianti e produrremo vaccini ad hoc come per l'influenza

La pandemia covid "non finirà tanto presto" e comunque per il Natale del 2021 bisogna "stare molto attenti fin da ora". E' un Massimo Galli particolarmente pessimista quello che ha parlato mercoledì a Un giorno da pecora, trasmissione radiofonica su Rai Radio 1. L'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano è convinto che la mascherina vada indossata, allo stadio (recentemente ci sono state polemiche sul mancato rispetto dell'obbligo) e anche all'aperto: "Serve, ne abbiamo ancora adesso la necessità, soprattutto se vogliamo continuare a sperare di tenere gli stadi ancora semi pieni, come tutte le altre occasioni d'incontro", ha commentato.

Per Galli, "le cose non stanno andando bene" in generale, ma "peggio di quel che m'aspettavo". I contagi sono in progressivo aumento (lo ha detto, parlando della Lombardia, anche il presidente della Regione, Attilio Fontana, sempre mercoledì), anche se i parametri da zona gialla sono tuttora lontani (in particolare l'indice di ospedalizzazione delle malattie infettive) e i numeri sono ben diversi da quelli del mese di novembre del 2020.

"Forse vaccini diversi ogni anno"

Parlando poi della dose 'booster' di vaccino anti covid, Galli ha affermato di "non sapere" se la terza dose possa fare acquisire una immunità permanente: "Questo è un virus che cambia quanto basta da poterci costringere, in prospettiva, a un rapporto con lui come quello che abbiamo con l'influenza, ovvero correre dietro alle modificazioni e rifare le vaccinazioni in relazione a questo". E poi: "Quello che conta molto è quanti vaccinati abbiamo, anche perché un vaccinato ha una probabilità di infettarsi 5-6 o forse più volte inferiore rispetto a chi non è vaccinato".

La strada della vaccinazione è e resta comunque quella principale e 'maestra' per sconfiggere il covid: "Bisogna vaccinare molto - insite l'infettivologo - e convincere coloro che non si vaccinano e non si vogliono vaccinare che stanno mettendo a rischio loro stessi e anche la tranquillità di tutti gli altri".

 
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