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Venerdì, 29 Marzo 2024
Coronavirus

Il green pass ha avuto il via libera del Parlamento Ue: come funziona

Il certificato sarà rilasciato gratuitamente dalle autorità nazionali e sarà disponibile in formato digitale o cartaceo con un codice Qr

Il Parlamento Europeo ha approvato, a larga maggioranza, il regolamento che istituirà il certificato covid Ue digitale, o green pass, che entrerà in vigore il prossimo primo luglio. Lo ha annunciato aprendo i lavori il presidente David Sassoli, a Strasburgo. Il pass attesterà l'avvenuta vaccinazione completa (con validità a partire da 14 giorni dopo l'ultima dose), la guarigione dal covid-19 (fa fede il tampone positivo, dopo l'undicesimo giorno per 180 giorni) e l'esito negativo di un test (72 ore di validità per il molecolare, 48 ore per il rapido).

Come funziona il green pass

Il certificato sarà rilasciato gratuitamente dalle autorità nazionali e sarà disponibile in formato digitale o cartaceo con un codice Qr. In pratica, si tratta di tre certificati distinti per la vaccinazione, la guarigione e il test. Un quadro comune dell'Ue renderà i certificati compatibili e verificabili in tutta l'Unione europea, oltre a prevenire frodi e falsificazioni.

Il sistema si applicherà dal primo luglio 2021 e resterà in vigore per 12 mesi. Il certificato non costituirà una condizione preliminare per la libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio.

Durante i negoziati tra le istituzioni, i deputati hanno ottenuto un accordo che stipula che gli Stati dell'Ue non potranno imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati, come quarantena, autoisolamento o test, "a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica". Si dovrà tenere conto delle prove scientifiche, "compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)". Le misure dovranno essere notificate, se possibile, con 48 ore di anticipo agli altri Stati membri e alla Commissione, mentre il pubblico dovrà ricevere un preavviso di 24 ore.

I Paesi dell'Ue sono incoraggiati a garantire che i test abbiano prezzi abbordabili e siano ampiamente disponibili. Su richiesta del Parlamento, la Commissione si è impegnata a mobilitare 100 milioni di euro dallo strumento per il sostegno di emergenza per consentire agli Stati membri di acquistare test per il rilascio di certificati di test digitali covid dell'Ue.

A cosa serve il certificato covid o green pass

Il certificato covid Ue digitale, o green pass, aiuterà i viaggiatori all'interno dell'Ue che lo detengono ad evitare di essere sottoposti a test e/o quarantene quando viaggiano all'interno dell'Ue. Dal primo luglio, quando entrerà in vigore il regolamento, il pass sarà un diritto per tutti i cittadini Ue che abbiano i requisiti: vale per chi è stato vaccinato, per chi è guarito dal covid-19 e per chi si sottopone a un test e risulta negativo. Il Gateway, la piattaforma informatica Ue che rende possibile il Pass è già in funzione e gli Stati che intendono anticipare i tempi possono farne uso anche subito.

Tutti i Paesi dell'Ue devono accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per i vaccini autorizzati dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Spetterà agli Stati membri decidere se accettare anche i certificati per i vaccini autorizzati secondo le procedure nazionali o per i vaccini elencati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per l'uso d’emergenza. Tutti i dati personali dovranno essere trattati in linea con il regolamento generale sulla protezione dei dati. I certificati saranno verificati offline e non saranno conservati dati personali.

Il green pass per i vaccinati, per i guariti e per chi fa il tampone

  • Il pass sarà valido a partire da quattordici giorni dopo l'ultima dose di vaccino anti-covid. A partire da quel giorno, le persone pienamente vaccinate, cioè con due dosi per AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Moderna e con una dose per Janssen (J&J), che detengono il certificato, dovrebbero essere esentate, in viaggio, da test e quarantene. Lo stesso deve valere per le persone che sono guarite e che hanno ricevuto una sola dose di vaccino, considerata sufficiente per essere protetti dalla malattia. Un Paese è libero di scegliere di riconoscere e rilasciare il pass anche dopo la prima dose, ma ogni Stato può decidere di comportarsi come crede, in questo caso: quindi, per esempio, l'Italia può rilasciare il pass dopo la prima dose, ma la Danimarca è libera di non riconoscerlo e di chiedere un test. Se uno Stato membro accetta una prova di vaccinazione per rimuovere le restrizioni all'interno dopo la prima dose, allora deve accettare anche i pass Ue per i vaccini, alle stesse condizioni.
     
  • Le persone guarite dal covid-19 dovrebbero essere esentate da test e/o quarantene nei 180 giorni successivi al test Pcr positivo, che attesta l'avvenuta infezione (la validità è a partire dall'undicesimo giorno dopo il test, una volta terminato il periodo di contagiosità).
     
  • Per chi non è vaccinato né guarito, allora resta il test, che il pass certifica e che viene così riconosciuto anche all'estero. Per i test viene proposto un periodo di validità standard (oggi ogni Paese stabilisce la validità autonomamente): per i test Pcr o molecolari la validità è di 72 ore, mentre per quelli rapidi antigenici è di 48 ore. Quelli rapidi, considerati sempre più affidabili, vengono raccomandati, ma gli Stati sono liberi di scegliere se accettarli o no ai fini del pass.
     
  • Per evitare di separare i nuclei familiari alla frontiera, i minorenni che viaggiano con genitori esentati dall'obbligo di quarantena, per esempio perché sono vaccinati, dovrebbero essere esentati anche loro dalla quarantena. I bambini sotto i 6 anni di età dovrebbero essere esentati anche dai test: quelli dai 6 anni in su, però, dovranno sottoporsi a test.
     
  • Viene previsto un meccanismo di freno d'emergenza: gli Stati possono reintrodurre le restrizioni anche per le persone vaccinate e guarite, se la situazione epidemiologica si deteriora rapidamente o dove è riportata un'elevata prevalenza di varianti preoccupanti.

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