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Sabato, 20 Aprile 2024
Coronavirus

L'allarme dei sindacati: "In Lombardia mancano 10 mila infermieri"

Una lettera alla Regione per lamentare le mancanze negli ospedali

Mancherebbero diecimila inferimieri in tutta la Lombardia. Lo denuncia il NurSind, sindacato di categoria, in una lettera aperta inviata al governatore Attilio Fontana e all'assessore al welfare Giulio Gallera. Una situazione "precipitata" rispetto all'inizio dell'anno, quando il sindacato aveva stimato una carenza di circa 4.500 infermieri. «Anche il tentativo della richiamata alle armi, lanciato con il recente bando di reclutamento, rischia di rivelarsi un buco nell’acqua. Gli infermieri che sono stati arruolati nella prima ondata sono demotivati e delusi: hanno lavorato con impegno e spirito di sacrificio e terminata la pandemia si sono ritrovati di nuovo in mezzo alla strada, senza incentivi economici e neppure un ringraziamento», si legge nelle dichiarazioni diffuse pubblicamente.

Tra i punti critici, oltre alla carenza d'infermieri, quella del personale di sopporto come gli Oss. «Ci sono infermieri e ostetriche che vengono trasferiti nei reparti Covid senza un adeguato percorso formativo e informativo, i dispositivi di protezione individuale (mascherine Ffp2 e Ffp3, calzari, tute protettive, camici impermeabili monouso, guanti e visiere) vengono centellinati, all’interno degli ospedali i percorsi pulito-sporco sono ancora molto approssimativi e precari, manca un piano di assistenza territoriale adeguato ad affrontare l’emergenza», si legge nella denuncia.

Il NurSind Lombardia chiede al Pirellone anche l’esecuzione del tampone a tutti gli operatori sanitari impegnati quotidianamente negli ospedali e nelle Rsa, e il rispetto della normativa di emergenza e di tutela della salute nei posti di lavoro.

«Speravamo che la sanità lombarda fosse pronta a questa seconda ondata - conclude la lettera-. Dall’esperienza della primavera, purtroppo, non si è tratto insegnamento e gli eroi della prima ondata, terminata l’emergenza, sono stati rimandati a casa a pesci in faccia e senza neppure il riconoscimento economico. Adesso, come se nulla fosse accaduto, vengono nuovamente cercati»

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