La Lombardia cerca infermieri che lavorino gratis per il vaccino anti-covid
I bandi delle Ats parlano di impegno volontario. La protesta degli ordini provinciali
Nell'ambito della campagna vaccinale anti Covid, diverse Ats della Regione Lombardia cercano personale sanitario che si renda disponibile per la somministrazione dei vaccini a titolo gratuito. Le Ats, infatti, sono in cerca di medici, infermieri, assistenti sanitari o ostetriche che si rendano disponibili per svolgere "attività di volontariato". La denuncia, riportata dall'agenzia Dire, viene dagli ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia, i cui presidenti hanno inviato il 22 gennaio una lettera al direttore generale dell'assessorato al Welfare della Regione, Marco Trivelli, chiedendo delucidazioni al riguardo. "Si ritiene indispensabile - scrivono - che un servizio di alto impatto sociosanitario come la vaccinazione debba essere formalizzato anche attraverso una forma contrattuale che riconosca il valore dei professionisti".
Si legge ad esempio nel bando pubblicato sul sito dell'Ats Insubria: "Nell'ambito dell'emergenza sanitaria connessa alla diffusione della Covid-19 e alla campagna vaccinale anti Sars-Cov-2, questa Ats emette il presente avviso pubblico volto alla creazione di un elenco di volontari disponibili a prestare attività finalizzate all'attuazione del piano di somministrazione dei vaccini".
L'offerta, rivolta a professionisti in attività o in pensione, secondo i presidenti degli ordini degli infermieri contiene diversi elementi critici: anzitutto la volontarietà, per una campagna che durerà almeno un anno; poi il conflitto con il bando, analogo, del commissario Domenico Arcuri, che invece prevede l'assunzione.
Stefania Pace, presidente dell'ordine bresciano, dichiara all'agenzia Dire: "Non vogliamo fare polemiche ma crediamo che questa non sia una richiesta accoglibile per il personale infermieristico che sta lavorando durante l'emergenza sanitaria e che sta gia' facendo sforzi enormi". Interviene, con una lettera a Trivelli, anche la deputata Stefania Mammì del Movimento 5 Stelle: "Ritengo essenziale che un servizio di rilevanza socio-sanitaria come la vaccinazione debba essere prestato dagli operatori sanitari a fronte di un adeguato inquadramento contrattuale e non a titolo gratuito".