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Col covid cresce infiltrazione mafiosa in Lombardia

L'allarme lanciato dal presidente di Assolombarda, Antonio Calabrò

Con l'emergenza sanitaria in Regione le infiltrazioni mafiose sono sempre di più. A lanciare l'allarme è Assolombarda, l’associazione delle imprese di Milano, Lodi, Monza e Brianza e Pavia. "Oggi - denuncia il vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò all'evento 'Le infiltrazioni mafiose al tempo del Covid-19' - la mafia in Lombardia coinvolge un numero sempre più consistente di imprese, grazie alla sua capacità di offrire soluzioni rapide, servizi a basso costo e prestiti in denaro. Gli effetti della pandemia di coronavirus hanno prodotto una notevole espansione sia degli interessi sia della sfera d'azione della criminalità organizzata".

"Il contrasto all'azione delle mafie deve partire, in primo luogo, dalla costruzione di un credito più accessibile e con tempi di erogazione più vicini alle esigenze delle imprese e di un ambiente normativo e burocratico semplice, trasparente, efficiente ed efficace - ha spiegato Calabrò -. Anche in prospettiva del Recovery Fund, che rischia altrimenti di essere compromesso da infiltrazione criminali, uno dei maggiori pericoli per la crescita economica interna del Paese. E, in secondo luogo, questo contrasto deve partire dalle associazioni d'impresa. Assolombarda da anni è schierata per vincere la battaglia della legalità, attraverso iniziative di ascolto come lo sportello di consulenza per non far sentire solo chi si trova in difficoltà, e per rafforzare l'appello alle imprese affinché denuncino ogni forma di criminalità organizzata. È necessario infine rafforzare l'impegno comune tra tutti gli attori sociali ed economici del territorio, società civile, magistratura, imprenditoria e politica: un investimento concreto per il nostro futuro, non soltanto economico ma anche etico e culturale".

Verso metà aprile il monito era giunto anche da Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione Distrettuale Antimafia presso la procura di Milano. "L’economia criminale - erano state le sue parole - è in movimento su diversi settori da un lato per accamparsi risorse pubbliche e in prospettiva del Recovery Fund bisogna alzare la soglia di attenzione". "Posso dirvi - aveva proseguito Dolci -  che le organizzazioni criminali sono attive e operative nel rilevare e intestarsi società che sono scatole vuote per riuscire ad accedere ai finanziamenti, seppure non di somme significative, e distrarli per fini personali. Ho letto negli scorsi giorni un dato che tra le aziende che hanno chiesto accesso a questi finanziamenti ve ne sono oltre 600 che erano già intestatarie di interdittive antimafia".

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