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Insulti a Liliana Segre dopo il vaccino: uno degli hater chiede scusa, intanto indaga la polizia

La senatrice a vita: «Nulla da dire a chi odia». La solidarietà del mondo politico

Prima l'insulto e poi il pentimento. Una delle persone che avevano attaccato e insultato la senatrice a vita Liliana Segre, 90 anni, sopravvissuta all'inferno di Auschwitz, commentando su Facebook l'immagine della vaccinazione ricevuta al Fatebenefratelli, ha cercato in extremis di chiedere scusa del suo gesto: «Ho sbagliato, nella vita a volte si commettono degli errori pure infantili presi magari dalla rabbia di un momento», ha scritto: «Chiedo scusa di cuore, sono una brava persona, mi vergogno di quello che ho scritto, è un periodo non felice e ho agito senza ragionare».

Nel frattempo la polizia postale ha avviato le indagini per minacce aggravate dalla discriminazione e dall'odio razziale. L'obiettivo degli investigatori, coordinati dal pm milanese Alberto Nobili (capo del pool antiterrorismo), è quello di identificare gli autori degli insulti alla senatrice, che aveva accettato l'invito di Regione Lombardia ad essere "testimonial" della campagna di vaccinazione anti Covid. Gli insulti sono comparsi infatti sotto un post su Facebook del governatore Attilio Fontana.

L'indagine della polizia postale

La polizia postale, coordinata dal capo del pool antiterrorismo della procura milanese Alberto Nobili, sta indagando, con l'ipotesi di reato di minacce aggravate dalla discriminazione e dall'odio razziale, per identificare gli autori. Tra gli insulti si leggevano frasi come «e ora speriamo che il vaccino faccia il suo dovere (e la levi dalle palle)», «ecco lo spogliarello buonista della senatrice a vita», «aveva paura di morire la s...?, non sono riusciti neanche i tedeschi ad ammazzarla e ora aveva paura di morire?», «vai a lavorare, ladra», e così via.

Proprio chi aveva scritto «vai a lavorare, ladra», ad indagini avviate ha pensato di scrivere il post di scuse. Dando la colpa alla "rabbia di un momento", come avevamo letto, e al "periodo non felice". L'uomo ha dichiarato di vergognarsi del suo primo messaggio, ma ora dovrà spiegarlo agli investigatori della postale.

La solidarietà del mondo politico

Alla Segre, intanto, è arrivata la solidarietà di tutto il mondo politico, e non solo. «Parole inaudite, ignobili e irripetibili - ha affermato la segretaria metropolitana del Pd Silvia Roggiani -. Un segnale allarmante dell'intolleranza e dell'ignoranza che purtroppo serpeggia sui social». «Gli incommentabili attacchi a Liliana Segre dimostrano quanto la piccolezza umana dei leoni da tastiera sia enorme. La senatrice Segre vaccinandosi ha dato coraggiosamente il buon esempio e non ha saltato alcuna fila. Chi strumentalmente la contesta ha solo da imparare da lei», ha dichiarato Licia Ronzulli, vicecapogruppo di Forza Italia al Senato.

«Ogni italiano dovrebbe provare un senso di enorme tristezza e rabbia per i vili attacchi ricevuti sui social network dalla senatrice Liliana Segre a seguito della somministrazione del vaccino anti-covid. Dal momento che non ha beneficiato di alcun favoritismo o privilegio - avendo rispettato i protocolli del ministero della Salute - è chiara la matrice antisemita che si annida dietro questo comportamento, che va censurato fortemente«, ha scritto Sabrina Ricciardi (M5S), membro della Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza.

Segre: «Nulla da dire a chi odia»

«Non ho nulla da dire a chi odia», ha replicato invece la Segre, sentita dall'Adnkronos: «Sono contenta di avere fatto il vaccino perché è normale che in tempo di pandemia uno cerchi di curarsi. Sono una cittadina di novant'anni che come tante altre persone è andata a fare il vaccino. Nella normalità. Cerchiamo sempre la normalità, che è una gran bella cosa».

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