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Stress da Covid-19: al Niguarda l'ippoterapia per i medici e gli infermieri

Già utilizzata per la cura dei bambini, ora l'ippoterapia si è "aperta" anche ai sanitari che vivono un particolare stress: aumentano i ritmi di lavoro e cambia il rapporto coi pazienti

Stress, angoscia, rischio concreto di burnout. Non è semplice la vita quotidiana degli operatori sanitari in Lombardia da quando è scoppiata l'emergenza da Covid-19. I turni sono diventati massacranti, così come la pressione in certi ospedali dove ormai il giorno e la notte non si distinguono più. E se da circa una settimana i ricoveri per infezione da Coronavirus sono stabili (quelli ordinari) o in diminuzione (quelli in terapia intensiva), i ritmi rimangono molto sostenuti.

In aiuto ai medici e agli infermieri dell'ospedale Niguarda, uno dei più "in prima linea", c'è anche l'ippoterapia. Un metodo che al nosocomio milanese viene già utilizzato da tempo per la cura dei bambini con disturbi della sfera psicomotoria, cognitiva ed emotiva, e che adesso è aperto anche agli operatori sanitari. Già una trentina quelli che, prima o dopo il turno in corsia, hanno visitato il centro, una sorta di fattoria tra prati, orti, piante da frutta e fiori, per allentare lo stress grazie ai sette cavalli del maneggio e ai coadiutori.

Senso di impotenza

«Tristezza e senso di impotenza di fronte alla sofferenza di tutti ed alla morte dei pazienti critici, e soprattutto un rapporto con i pazienti assolutamente diverso dal passato»: sono queste, sottolinea il Niguarda, le principali criticità per il lavoro dei medici e degli infermieri. Inoltre «la relazione con i pazienti è mediata dalla distanza, con tute, scafandri, diversi dispositivi di protezione: medici e infermieri incrociano dietro le mascherine gli sguardi spaventati e la profonda solitudine dei pazienti, che non possono essere confortati direttamente dai propri familiari se non, quando possibile, sempre a distanza con l’utilizzo di tablet o telefonini»

E poi (da non trascurare) la sensazione di allarme e paura dovuta all'infettività del virus, al rischio di trovarsi contagiati e di contagiare i propri familiari. Tutto il personale dell'ospedale, pur ovviamente non rinunciando a prestare il proprio servizio, condivide la preoccupazione in caso di contrazione del Coronavirus. Ansia e inquietudine sono le naturali conseguenze.

Di qui la neecessità di offrire agli operatori sanitari un tempo e uno spazio in cui rilassarsi e "ricaricarsi". Con l'ippoterapia, essi possono stare all'aria aperta a contatto con gli animali e seguiire esperienze guidate positive. «Relazionarsi con un animale, prendendosi cura del cavallo sotto diversi aspetti (accompagnarlo a pascolare, pulirlo, dargli da mangiare) può aiutare a ristabilire un proprio equilibrio ed a percepire una positiva condizione di benessere», spiega il Niguarda.

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