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Le lettera dei genitori milanesi: "Stremati dal taglio del doposcuola"

'Gentilmente', una rappresentanza di famiglie della città, chiede risposte chiare e concrete rispetto al ripristino del servizio

La stanchezza cronica e la richiesta di avere risposte univoche e concrete. Questi i due moventi alla base della lettera che Gentilmente, una rappresentanza di genitori milanesi, ha scritto al sindaco Beppe Sala sul tema dei doposcuola sospesi per i nidi e le scuole dell'infanzia.

"Caro Sindaco - esordisce la missiva - chi Le scrive è una rappresentanza significativa di famiglie stremate dal taglio del post scuola,
comunicato lo scorso 3 gennaio".  "Gentilmente - si legge - Le chiediamo se non ritiene che il diritto al lavoro passi anche per gli strumenti che consentono di svolgerlo. Il post scuola è un servizio imprescindibile. Gentilmente, Le chiediamo se non ritiene che il servizio di post scuola sia strumento alla base di tutte le politiche di inclusione e di pari opportunità".

Nella lettera i genitori lamentano una crisi degli equilibri familiari ed economici dovuta al taglio dei dopo scuola, chiedendo risposte chiare sul tema, "che non adducano al problema pandemico l’impossibilità di azione ma che concretamente prendano in considerazione le esigenze delle famiglie e valutino seriamente e con competenza il problema". L'amministrazione comunale, secondo il gruppo di rappresentanza, è stata incapace di affrontare il problema della mancanza di educatori, un problema già presente che la pandemia ha solo aggravato.

"Ci aspettiamo - chiosano mamme e papà - che il servizio di post scuola venga ripristinato, subito e garantito anche per i prossimi anni scolastici, senza clausole, così come è stato garantito da tutti i sindaci di tante giunte di tanti orientamenti politici prima di Lei. Ci aspettiamo che il servizio venga ripensato come parte integrante dell’offerta e non come 'servizio aggiuntivo'. Ci aspettiamo di poter lavorare sapendo di contare su un sistema scolastico solido, non costantemente sull’orlo di un collasso".

Lo scorso gennaio la vicesindaco Anna Scavuzzo aveva annunciato la sospensione, a partire dal 10 di quel mese, del servizio doposcuola dalle 16.30 alle 18.30 per nidi e scuole d'infanzia (per i bambini fino a sei anni d'età). Alla base del provvedimento, aveva fatto sapere da Palazzo Marino, il numero eccessivamente alto di educatori positivi al covid. All'epoca, dall'opposizione, il consigliere comunale di Forza Italia,  Alessandro De Chirico, aveva puntato il dito contro Scavuzzo, dicendo che avrebbe dovuto "metterci la faccia" e dire chiaramente che il servizio veniva tagliato "per carenza di personale".

A metà febbraio l'assessorato all'istruzione aveva comunicato che stava lavorando con l'obiettivo di riattivare il servizio di doposcuola. "Mi preme chiarire - aveva detto Scavuzzo che il comune intende riavviare il servizio di post scuola per i nidi e le scuole dell’infanzia a Milano. Riavviare il post scuola, però, non deve mettere in crisi il tempo ordinario e per questo stiamo lavorando affinché si possa al più presto arrivare a centrare questo obiettivo. Per la sua riattivazione, diversi sono i fattori da considerare: oltre alle assenze degli educatori, c’è il rispetto dell’obbligo delle bolle che, nonostante siano state modificate le regole per didattica a distanza, sospensioni e quarantene, non hanno visto una modifica nella loro applicazione".

Secondo i genitori di Gentilmente, tuttavia, quello delle bolle è un falso problema, visto che la regola era già presente a dicembre quando il servizio era in funzione. "Le bolle - scrivono nella lettera indirizzata a Sala - sono presenti anche in tutti i Comuni italiani in cui il servizio di post scuola non è mai stato sospeso. Ma, inspiegabilmente, nelle ultime settimane è diventato un argomento per giustificare il disservizio".

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