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Coronavirus

Milano, il virologo Galli: "Il Natale ce lo siamo giocati comunque rispetto alla normalità"

L’imperativo è non ripetere gli stessi sbagli, invocando un deciso cambio di mentalità

"Il Natale ce lo siamo giocati comunque, rispetto a quello a cui eravamo abituati". A parlare così guardando al futuro è Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'ospedale Luigi Sacco di Milano, commentando le misure previste dall'ultimo Dpcm. Misure dell'ultimo Dpcm. Per Galli, non ne vedremo gli effetti prima di tre settimane. 

Galli, intervistato in occasione del Forum Sistema Salute di Firenze, ha detto di sperare che questo ultimo (in ordine di tempo) provvedimento "non sia tardivo e che non sia preludio a qualcosa di più ancora e ancora più marcato". 

Come sarà il prossimo Natale secondo Galli

"Se in queste tre settimane vedremo una iniziale riduzione del fenomeno, forse non ci siamo giocati il Natale", ha aggiunto Galli. Un Natale che però, giocoforza, sembra destinato ad essere altro rispetto alla tradizione perché, come detto da Galli, "ce lo siamo giocati comunque, rispetto a quello a cui eravamo abituati".

Quindi niente grandi tavolate con il parentado, baci e abbracci non gli amici al momento dello scambio dei doni, feste varie. L’imperativo, secondo Galli, è non ripetere gli stessi sbagli, invocando un deciso cambio di mentalità. 

"Una scommessa a tre settimane"

"Abbiamo già visto un errore colossale: abbiamo fatto un grande sacrificio, c'è stato un massacro economico, poi c'è stata la fine del lockdown e la riapertura. 'Dobbiamo convivere con il virus' dicevano i tecnici, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Convivere con il virus - ha rimarcato Galli - non significa fare quello che si faceva prima, vuol dire rispettare un insieme di regole anche molto fastidiose. È il caso di fare una programmazione e introiettarla da subito".

"Non sono contrario, in linea di principio, al fatto che ci possa essere una differenziazione tra le regioni, può avere un senso", ha aggiunto l'infettivologo parlando della divisione dell'Italia in zone con relative limitazioni. Secondo Galli, "dovremmo vedere dei risultati tangibili entro 2-3 settimane, ci vuole un consistente numero di giorni, non cancelliamo con un provvedimento le infezioni in corso: è una scommessa a tre settimane"

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