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Lombardia fuori dalla zona arancione, Fontana spinge: "Da 3 settimane dati da zona gialla"

Il governatore su Facebook mette pressione al governo: "Tenga conto della reale situazione"

Regione Lombardia alza il pressing sul governo. Venerdì mattina, giorno in cui l'Istituto superiore di sanità pubblicherà i dati che consentiranno poi al ministero di decretare le fasce di rischio per tutta Italia, il governatore Attilio Fontana ha voluto mandare un "avviso" a Roma. 

Il concetto è chiaro: Milano e il resto dei capoluoghi lombardi, secondo il presidente di regione, meritano la zona gialla. "Da tre settimane la Lombardia ha i dati da zona gialla, con tassi di incidenza tra tamponi e positivi fortemente al di sotto della soglia d'allarme dei 250 casi su 100 mila abitanti", ha scritto su Facebook il governatore.

"Ci auguriamo che dopo la settimana ingiustamente passata in zona rossa, oggi il Ministero possa prendere una decisione che tenga conto della reale situazione epidemiologica della nostra regione", ha proseguito, facendo riferimento all'errore nei dati che ha obbligato la Lombardia a una settimana di zona rossa dando vita a una battaglia all'ultimo dato proprio tra il Pirellone e l'Iss. 

L'auspicio di Fontana, quindi, è che da domenica la Lombardia sia in zona gialla, "soprattutto considerando che - ha concluso - i ristori per commercianti e categorie, colpite da chiusure da parte del Governo, non arrivano e sono insufficienti". 

Perché la Lombardia può restare arancione

Il passaggio in zona gialla, però, non è così scontato. Anzi. Il motivo è legato soprattutto a una questione di date contenute nel "Dpcm 14 gennaio", che ribadisce i criteri per l'assegnazione delle zone.

Il punto fisso è che per "scalare" dal giallo all'arancione servono 14 giorni consecutivi - due monitoraggi dell'Iss - con dati "positivi" e quindi migliori di quelli che hanno portato la Lombardia in zona arancione. 

Il dubbio è se bastino due report dell'Iss, e quindi 14 giorni appunto, o - e questa sembra l'idea del governo - se siano necessarie tre settimane perché i 14 giorni decorrono dalla prima certificazione di uno stato inferiore a quello che ha portato all’ordinanza restrittiva.

La questione, comunque, è ancora in fase di discussione, la certezza sul cambio (o meno) di fascia di rischio arriverà solo nel pomeriggio. E non è detto che non scateni, ancora una volta, a un acceso scambio di dichiarazioni tra Milano e Roma.

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