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C'è chi dice no al flash mob del centrodestra: "Vanno denunciati come i gilet arancioni"

Il duro attacco di Pierfrancesco Majorino: "Son cambiate le regole? Vanno denunciati tutti"

Ennesimo scontro politico tra centrosinistra e centrodestra in Lombardia in piena emergenza Coronavirus. L'ultimo capitolo è andato in scena martedì 2 giugno, giorno della festa della Repubblica, quando la Lega e gli "alleati" si sono ritrovati in piazza del Duomo per il flash mob "L'Italia non si arrende", organizzato in aperta protesta contro il governo. Davanti alla Cattedrale si sono riunite diverse centinaia di persone, tra cui anche esponenti della giunta, su tutti l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, che ha spiegato di essere presente per "difendere il modello lombardo". 

In serata è poi arrivata la stoccata dell'eurodeputato ed ex assessore al comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, che ha puntato il dito contro le presunte norme anti Covid non rispettate facendo un parallelo con la manifestazione dei gilet arancioni andata in scena il sabato precedente proprio in Duomo. 

"Denunciarli tutti"

"In questa foto ci sono i capi della destra in Lombardia ed esponenti della Giunta Fontana - ha scritto sul proprio profili Facebook a corredo di un'immagine che ritrae un momento del flash mob -. È la manifestazione di oggi fatta a Milano, collegata a quella di Salvini a Roma. C'era pure Gallera, per non farsi mancare nulla. Ora a me piacerebbe sapere se in #Lombardia son cambiate le regole e non ce ne siamo accorti".

"Peraltro se il Questore e il Prefetto hanno provveduto a denunciare Pappalardo e i suoi per la manifestazione del 30 maggio - ha attaccato Majorino - credo non si possa fare altrimenti che denunciare pure tutti questi. Cioè la differenza dov'è?". 

"Rivendicare con orgoglio il sistema Lombardia"

Di avviso chiaramente diverso Gallera, che - anche lui dai social - ha fatto un suo personale bilancio del 2 giugno. È stata una "giornata particolare che ha visto il centrodestra scendere in piazza per rivendicare con orgoglio il sistema Lombardia con le sue eccellenze, la sua capacità di resistere anche alle prove più dure e la sua determinazione nel ripartire - ha scritto -. Sono stato letteralmente travolto dall’affetto e dal sostegno di centinaia di lombardi che mi hanno ringraziato e spronato ad andare avanti e a non lasciarmi condizionare dalle strumentalizzazioni e dalla macchina del fango scatenata contro di noi". 

E ancora: "Sapere che così tante persone hanno capito e sono solidali è di grande conforto, noi non molliamo e non molleremo. I lombardi sono dalla nostra parte - ha concluso - e noi siamo pronti a ripartire per continuare ad essere la locomotiva dell’Italia edil sistema sanitario di maggiore qualità ed attrattività". 

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